“Non vi farete incisioni nella carne per un morto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il SIGNORE”

 

(Levitico 19:28).

Sento spesso parlare di simboli e di superstizioni. Per alcuni i “simboli” non sono che semplici forme, per altri il simbolo è una forza evocativa. Entrambe le linee di pensiero, non sempre però sono consapevoli del significato di “forza evocativa” e il messaggio che un simbolo trasmette, non solo al nostro e altrui inconscio, ma anche a livello del “mondo non visibile”. Eppure siamo circondati da simboli, provate a guardarvi intorno e vi accorgerete che il mondo è pieno di simboli. Non entrerò nel merito del simbolo, perché invece vorrei proporvi un articolo molto interessante sui tatuaggi, una “strana moda” che negli ultimi tempi sta dilagando “su milioni di corpi”, senza distinzione di sesso, età, colore, religione. Gli studiosi del comportamento si sono chiesti perché in una società così mobile come la nostra, dove si cambia casa, lavoro e partner con estrema facilità, sentiamo il bisogno di lasciarci segni indelebili sulla pelle.
Attraverso il tatuaggio viene manifestata una nostra parte interna, una parte che spesso è nascosta anche a noi stessi. Esprimerla, o manifestare certe parti interne, visto che dove c’è il bene c’è anche il male, è sempre la scelta migliore?
Ovviamente ognuno è libero di agire in piena libertà, l’articolo vuol essere solo uno spunto di riflessione su una pratica di cui conosciamo ben poco.

Riporto qui di seguito l’articolo dell’amico Tiziano Bellucci studioso e divulgatore di antroposofia

La parola tatuaggio tatuaggio deriva dal termine taitiano «tatu», che significa «segnare qualcosa».

Il tatuaggio certifica/dichiara l’appartenenza ad un gruppo, ad un ideale, evidenzia passioni, esorcizza paure: una sorta di giuramento fatto a se stessi ed ad altri.

Farsi tatuare, per un cacciatore significava ricevere protezione, comunicare con la preda a livello spirituale, per un guerriero assumeva una funzione pratica: il giusto elemento avrebbe reso migliori le sue capacità fisiche e conoscenza del combattimento, avendo dalla sua parte il favore degli spiriti.

Quali possono essere le ragione che portano un giovane a tatuarsi o a mettersi un piercing?

Il tatuaggio, è un forte messaggio che porta l’individuo in comunicazione con se stesso e con gli altri, racconta qualcosa della sua vita, delle sue scelte e dei suoi sentimenti. Dietro ogni tatuaggio vi è una storia vissuta, o che si vorrebbe vivere. E’ un’immagine interiore, ideale di sé, che viene oggettivata. E’ un bisogno, una domanda.

In alcuni casi, vi è un individuo che non si trova a suo agio nel suo corpo, non lo sente come la sua casa appropriata, non lo avverte come una proprietà che gli appartiene: ecco che appare l’impulso di personalizzare ciò in cui abita.

Diventando parte integrante della propria identità personale, il tatuaggio “porta fuori” qualcosa di noi che in genere viene tenuto nascosto o non espresso. E’ espressione sul corpo di qualcosa che vive nell’interiorità. Il tatuaggio può anche derivare dal bisogno di essere accettati, può essere un messaggio d’aiuto, una richiesta profonda di partecipazione.

I ragazzi di oggi spesso scelgono il tatuaggio anche per esorcizzare la paura, l’insicurezza e la solitudine. Non a caso, in una società dove la famiglia e le comunità tradizionali sono in crisi, i segni tribali sono tra i preferiti.

Si cerca forse inconsciamente una “famiglia”, una “società” ideale migliore di quella in cui si vive? E il tatuaggio, il piercing è il simbolo di appartenere ad un umanità superiore, che non esiste ancora, ma che si vorrebbe tanto esistesse?

La molla più potente e profonda che spinge a desiderare un tatuaggio è probabilmente quella di volersi distinguere da tutti gli altri, il bisogno di riaffermare a livello visivo la propria diversità, il proprio essere unici rispetto alla massa.

Tatuandosi si cerca di affermare la propria individualità, imitando in questo modo però tutti quelli che si tatuaggiano per affermare la loro individualità. L’illusione di essere gli unici speciali, importanti ed eroici sta diventando un problema, sopratutto perché si vive in un mondo che celebra questi valori.

I ragazzi oggi si tatuano per comunicazione, per tentativo di anticonformismo, rifiuto dell’omologazione, ribellione. Ma la cosa strana è che il tatuaggio è nato come rispetto della tradizione e segno di appartenenza a un gruppo. Simbolo di omologazione, quindi. Un tatuaggio dice che fai parte del gruppo delle persone che hanno dei tatuaggi.

Come si è visto al principio di questo scritto, tatuaggi e percing non sono altro che il riemergere di antichi, primitivi riti pagani esoterici, nel presente. E’ curioso che i ragazzi, che dovrebbero rappresentare il futuro, vengano invece attratti dal passato, dal tribalismo, da ciò che è morto e rappresenta una fase dell’umanità superata, evoluta. Essendo questo il tempo dell’individualismo, in cui “far parte di un gruppo, di un clan” è un anacronismo, qualcosa che non si confà con lo spirito attuale.

Di fatto farsi tatuare è fare un passo verso il passato antico, ritornare al primitivo, alla tribù. 

Tuttavia il tatuaggio entra nella pelle e diventa parte dell’uomo per sempre e con esso anche il simbolo tatuato assume un potere più forte e può agire anche dopo la morte. Infatti si può a ragione pensare che quando l’anima lascia il corpo, essendo il tatuaggio parte del corpo, porta via assieme all’anima un estratto cosi da poter continuare la sua influenza anche nell’aldilà. Quindi è consigliabile tatuare simboli che non evochino realtà o entità negative. Onde evitare che richiamino forze corrispondenti. E’ quindi sapere esattamente il significato di un determinato segno e il proprio potere.

Il corpo fisico ci viene dato costruito con una saggezza divina superiore. Quando lo riconsegneremo, recherà le tracce della nostra condotta morale. Ogni ruga è un “taguaggio” naturale che si è creato di conseguenza ad una sofferenza, ad un dolore superato.

Cerchiamo di rendere degno il nostro corpo di essere accolto da una terra che riconosce i segni e i simboli che vi abbiamo tracciato.

La scienza spirituale può dare giusti impulsi, quando indica che l’evoluzione umana ha sorpassato il tempo del “gruppo”, di ciò che nei tempi antichi era appartenenza alla razza, alla tribù: si è nell’epoca dell’io, al quale per affermarsi come tale, non possono esistere protesi, puntelli o sostegni. Ci si deve fondare su sè stessi.

IL TATUAGGIO E IL PRIMITIVO MODERNO