A volte i bambini ci chiamano, chiedono la nostra attenzione, chiedono di essere ascoltati e desiderano che l’adulto li veda. Purtroppo la vita frenetica e sempre di corsa, oberati di impegni di ogni tipo, porta spesso l’adulto a non vedere il bambino. Così… quei bambini, provano in tutti i modi di farsi vedere. Cercano di catturare l’attenzione dell’adulto con le più fantasiose strategie. Ma non è facile.
E provano.
Riprovano.
Finchè si abituano a non essere visti.
Quei bambini ora sono vestiti da adulti. Indossano l’abito di un medico, di un carpentiere, di un avvocato, di un artigiano, di una maestra, di una ballerina, ecc.
Alcuni “costumi” sono ricchi e costosi, altri invece sono semplici e colorati.
Quei “bambini”, hanno imparato che non possono fidarsi degli adulti, così si chiudono nel loro mondo e recitano il ruolo con cui hanno imparato a sopravvivere.
Eppure quei bimbi cercano ancora qualcuno che li veda… che li ascolti… che li accetti.
Lo cercano nel volto di un adulto che gli ricordi qualcosa di sua madre o di suo padre, o magari della nonna. Chissà…
Semplicemente “cercano”.
E cercano così tanto… che il più delle volte lo trovano in un altro bambino vestito da adulto che “non lo vedrà” e gli ricorderà il dolore di quando era un bambino vestito da bambino.
“Così impari! Non devi fidarti degli adulti!” urla il bambino.
La bimba piange e stringe i pugni. Ancora una volta non è stata vista.
Ancora una volta non si è sentita amata.
Ancora una volta non è stata accettata.
La bimba si sente sola.
Il bimbo invece ha imparato a fare a meno degli “adulti”.
Entrambi indossano vestiti da adulti e nascondono ferite che non sanno di avere.

Rossella Tirimacco

Il testo è un’introduzione alle subpersonalità ed è parte di un nuovo lavoro (inedito)