Da bambina adoravo leggere storie di personaggi leggendari in grado di farmi vivere emozionanti avventure, e non importava se le storie fossero vere o inventate… ciò che contava era conoscere il mondo attraverso le pagine di un libro… e quando l’inchiostro non soddisfaceva le mie richieste di voli pindalici alla ricerca di “mondi sconosciuti”, la musica prendeva il posto delle parole e mi conduceva in quei luoghi che tanto sognavo.
Del resto, che siano note o parole, entrambe raccontano storie, illustrano personaggi, giocano con le emozioni di chi ascolta o legge, fanno volare, ridere e piangere, portano a spasso nel tempo, fanno sognare… e sperare che le storie possano avere anche un lieto fine. Unica differenza tra le due: le note condensano in una canzone le emozioni di una storia, mentre le immagini si affacciano nella mente lasciando all’ascoltatore la libertà di muoversi nello spazio della musica. Al contrario, le parole entrano nel dettaglio della storia e lo scrittore porta passo dopo passo il lettore nel mondo che lui stesso ha “creato”.
Ed è attraverso le note che Adrian von Ziegler ci racconta una storia fantastica, il cui protagonista è un pirata fuori dal comune, che tra lo sfondo del mare e dure battaglie ha solo un sogno: “tornare dalla sua donna”.
Mentre la musica di questo giovane compositore fa da sottofondo, ecco che le note si trasformano in parole raccontandoci così, questa storia d’amore e d’avventura… e dal finale amaro: la storia di Samuel Bellamy, meglio conosciuto come “Black Sam” il “Principe dei Pirati”.

Inghilterra- Devonshire 23 febbraio 1689
Si dice che ognuno di noi abbia un compito da portare a termine su questa terra. Probabilmente la giovane Elisabeth Bellamy portò a termine la sua missione quando diede alla luce il piccolo Samuel, quel figlio che lei non avrebbe mai allattato né visto crescere. La donna, infatti, morì nel mettere al mondo quello che sarebbe diventato il “Principe dei Pirati”.
Difficile raccontare la vita di un fanciullo cresciuto senza madre insieme a cinque fratelli e al padre Stephen, di certo crebbe in fretta… al punto che a soli otto anni divenne marinaio. Una volta divenuto adolescente si arruolò nella marina britannica preparandosi così alla sua futura carriera piratesca.
Intanto lo spirito d’avventura lo portò a lasciare l’Inghilterra per cercare fortuna a Cape Cod, dove incontrerà una giovane quindicenne, Maria Hallett, colei che avrebbe incendiato il suo cuore.

Spesso sento dire che i grandi amori siano solo delle favole e che la realtà sia molto diversa, ma forse non è proprio così. Le grandi storie d’amore le ho conosciute attraverso storie vere raccontate dai libri di storia, e non da meno da storie di vita di tutti i giorni. Storie che hanno cambiato destini ed eventi, storie che hanno lasciato il segno e che ancora oggi ci ricordano che l’Amore è una forza così potente in grado di smuovere montagne.
L’amore di Samuel e Maria era così forte al punto che i due, nonostante le malignità da parte della gente, andarono a vivere insieme… fino al giorno in cui la donna mise al mondo il loro unico figlio maschio, pegno di quel grande amore che ormai stava portando i due ad un bivio. Con la nascita di quel bimbo, morto dopo poche ore, il destino si compì. Subito scoppiò lo scandalo e Samuel per non finire in prigione dovette scappare con la promessa di tornare un giorno dalla sua amata con “la più bella nave del mondo”.
Insiema all’amico Paul Williams, Samuel si spostò in Florida con l’intento di recuperare i tesori dei galeoni spagnoli affondati ma i tempi non erano ancora maturi per i due, altre avventure li attendevano, in particolare l’incontro con Benjamin Hornigold il corsaro generoso che attaccava solo navi spagnole e francesi, il quale li avrebbe “iniziati” alla pirateria. Samuel e Paul s’imbarcarono così sulla Mary Anne alla volta di grandi avventure tra i mari. A questo punto la realtà s’incastra con il mito, trasformando un semplice avventuriero in un eroe.
Durante l’estate del 1719, la Mary Anne urtò contro una delle barriere coralline e l’intero equipaggio venne dato per disperso, o almeno così si crede, anche se secondo diverse fonti, sembra che la sciagura sia stata causata dall’ammutinamento dell’equipaggio. Qualunque sia stata la ragione, il capitano Hornigold decise di chiedere il perdono al governatore delle Bahamas e si ritirò da quella vita al limite.

Quell’occasione era troppo ghiotta per Samuel, il quale ripristinò la Mary Anne e con un nuovo equipaggio divenne ufficialmente il nuovo capitano della nave pirata. La carriera dei due spiccò abbastanza in fretta, infatti da li a breve catturarono la nave Sultana, che divenne così la nave ammiraglia di Samuel, mentre la Mary Anne passò al comando dell’amico Paul. Da allora iniziò un periodo molto intenso e pieno di abbordaggi per i due amici. La fama del giovane corsaro cresceva al pari delle sue numerose vittorie, al punto che al suo seguito aveva ormai una flotta di pirati. Bellamy si mostrò sempre misericordioso e generoso durante la sua breve carriera da pirata, egli infatti quando catturava una nave se non la riteneva abbastanza veloce, la lasciava ai proprietari e riprendeva la sua strada e ad ogni sbarco non dimenticava mai di fare doni ai più bisognosi, tanto che spesso veniva definito “Pirata Robin Hood”… ma il soprannome con cui verrà ricordato sui libri di storia sarà “Black Sam”. Quel soprannome gli venne affibbiato sia per via dei suoi abiti neri, che i suoi capelli. Infatti il giovane e intrepido pirata non indossava le grandi parrucche incipriate come la moda di allora imponeva, ma lasciava liberi i suoi lunghi capelli neri, raccolti da un semplice laccio.

E’ la Primavera del 1717 quando Black Sam mette a segno la sua più grande vittoria riuscendo a catturare la Whydah Gally, una nave carica di oro e preziosi diretta all’isola di Giamaica. Fedele alla sua fama di gentiluomo, consegnò al capitano la sua nave ammiraglia il “Sultana” e prese per sè la Whidah Gally.
Divenuto di colpo ricchissimo, Black Sam inizia a dirigersi verso nord, probabilmente per far ritorno dalla sua amata Maria quando nei pressi di Wellfleet, in Massachusetts un violento uragano si abbattè sulla tutta la zona nord orientale del continente americano. A largo di Cape Nord Samuel Bellamy affondò con la nave e tutto il suo equipaggio.

L’epilogo finale
Era il 26 aprile 1717, Black Sam morì alla giovane età di 29 anni. Dal disastro sopravvissero soltanto due uomini sui 146 di equipaggio della Whydah e nove in totale su tutta la flotta di Bellamy. Nemmeno una nave si salvò dallo spaventoso ciclone.Nel 1984, venne recuperato il relitto del Whidah con tutti gli ingenti tesori che la nave aveva a bordo nel momento del naufragio. L’esplorazione e il recupero furono condotte dall’équipe di Barry Clifford che, successivamente, fondò il “Museo Samuel Bellamy” sulle rive del Provincetown, in Massachusetts, poco distante dal luogo dell’affondamento.
© Rossella Tirimacco
Il brano di Adrian von Ziegler BLACK SAM
Avevo sentito il suo nome ma non conoscevo la storia, molto triste direi, ma affascinante… Gran bella cosa aver citato Adrian, è un musicista di talento seppur giovane
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Concordo con te circa il talento di Adrian. La sua capacità di comunicare attraverso la musica, è sicuramente notevole. Fui colpita dai suoi lavori proprio per questa sua caratteristica “descrittiva” che riesce a tradurre in musica.
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