L’11 novembre 1997, Veronika decise che era finalmente giunto il momento di uccidersi.
Quando ho preso le pastiglie, volevo uccidere qualcuno che detestavo. Non sapevo che, dentro di me, esistevano altre Veronika che avrei potuto amare.
In un mondo in cui si tenta disperatamente di sopravvivere, come si possono giudicare le persone che decidono di morire?
Dal libro “Veronika decide di morire” di Paulo Coelho

Perché in ognuno di noi ci sono parti che non conosciamo, parti nascoste e che desiderano solo essere amate e accettate, soprattutto da noi stessi e invece “le uccidiamo” ogni volta che facciamo finta “che non esistano”. Quanta inutile sofferenza deriva dal non “vedersi dentro”. Quella stessa sofferenza che Veronika si trascinava dentro da anni e che la faceva sentire alienata dal mondo e dalla vita stessa. Così, un giorno decise di mettere fine alla sua vita. Aveva solo 28 anni.

Se c’è una cosa che però la vita insegna e che non siamo padroni del tempo che resteremo sulla terra. La vita, così come la morte non puoi controllarle, così Veronika viene salvata, anche se la dose di medicinali che ha ingoiato le ha compromesso il funzionamento del cuore e quindi le resta poco più di una settimana di vita.

Nel breve periodo che le resta da vivere all’interno della casa di cure mentali, Veronika incontrerà diversi personaggi con cui si troverà a dover rivedere il “senso della vita e della morte”. In particolare l’incontro con Edward, di cui si innamorerà, le farà rimpiangere di aver tentato il suicidio.

E dopo l’introduzione letteraria, e di cui vi consiglio la lettura, passiamo alla musica che ci racconta l’opera in questione. È una delle band che meglio rappresenta il genere death doom metal e che a livello personale posso annoverare tranquillamente tra i miei “preferiti”. Sono i Saturnus, con le loro atmosfere pregne di sofferenza e malinconia, incentrati su quel mondo goth dove l’amore, la morte, il dolore, raccontano storie di personaggi che si muovono in un mondo sofferto e introspettivo.

L’album “Veronika Decides To Die“, viene pubblicato nel 2006, ispirato dal romanzo di Paulo Coelho del 1998, i Saturnus riaffermano la loro capacità artistica di comporre delle vere perle da tramandare ai posteri.
Un album di elevato spessore artistico, la cui musicalità fa parte di un doom melodico e ricco di sfaccettature in grado di proiettare l’ascoltatore verso mondi eterei e riflessivi. Un album che porta a “sentire” con il cuore la Veronika che c’è in ognuno di noi…

Dell’intero album, in particolare mi sono soffermata sulla canzone “All Alone ” un pezzo che a mio avviso merita qualche parola in più. Ricca di passaggi melodici con una chiave di lettura in tema classico, “All Alone” è un pezzo di una comunicatività diretta, che fa presa sull’animo dell’ascoltatore in maniera semplice.

Privo di momenti eccessivamente ritmati, i circa sei minuti, si elevano in un crescendo di sonorità sempre in perfetta sintonia tra loro, al punto che nemmeno l’introduzione della batteria e chitarra elettrica riesce a smorzarne la dolcezza e la vena melodica del tema principale, tema in cui il pianoforte e la chitarra classica sono i veri protagonisti. Il punto forte è ovviamente il canto parlato del vocalist Thomas Akim Grønbæk Jensen, il quale riesce a comunicare con un’arte interpretativa degna di nota, e le parole come “Io morirò tutto solo” riesce a farle vibrare…-si con dolore, ma anche con una forza che prende, anima, mente, cuore.
Buon ascolto
Rossella Tirimacco
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