C’è stato un tempo in cui eravamo “ignoranti” (o almeno così credevamo). Poco o nulla conoscevamo del micro e del macro cosmo, poi ci evolvemmo e la scienza iniziò a dare delle risposte ad alcuni misteri. Scienza, tecnologia e consumismo iniziarono una corsa pari passo modificando le vecchie credenze dell’uomo e per molte cose migliorandone la vita. Poi, come sempre, si iniziò ad esagerare e quel benessere tanto agognato si trasformò in uno stile di vite indotto da false dipendenze ed eccessi di tecnologia che causò uno spegnimento neuronale rendendo l’uomo incapace di discernere. Gli studi sulla psiche furono molto utili per “indottrinamento di massa” anche grazie al neuromarketing, che verrà utilizzato per indirizzare gusti, acquisti e tendenze. Basti pensare a “merda d’artista” di Piero Manzoni, il quale già nel 1961 dimostrò la “stupidità” del consumatore e come questo potesse essere sedotto da oggetti inutili e privi di valore intrinseco.
Tali eccessi iniziarono a riflettersi in tutti i campi della vita dell’uomo, eccesso di cibo, di medicinali, di tecnologia, di consumi ecc. e non da ultimo di “stupidità”. Si sa che in un sistema finito, non vi è nulla di infinito, tutto è soggetto a variazioni e cambiamenti e questo vale in ogni campo, dall’economia alla moda, dal successo di un dato prodotto a credenze di vario tipo. Così, dopo un periodo medio lungo di eccessi di consumismo, si decise per un cambio di tendenza e di ritorno al “naturale”. Peccato però che tale nuovo stile di vita non contemplasse una “riduzione” dei consumi, al contrario, questi erano solo cambiati, così come le esigenze dei singoli individui. L’idea del “naturale”, fece presa sulla mente di molti, e così il consumismo travestito da “nature”, continuò la sua corsa ai danni di consumatori ignari che non avevano ancora compreso che il “cambiamento” avvenuto, in molti casi era solo di facciata. Milioni di individui si accodarono ed entrarono a far parte della cerchia del bio, naturale, grezzo, integrale ecc. Per un po’ di salute e benessere l’uomo era disposto a credere a qualsiasi “balla”. Ciò diede vita ad una nuova economia, facendo così proliferare nuove aziende e attività di venditori di fumo, spesso portate avanti da cialtroni travestiti da guru e pseudo-scienziati. Le fregature sono sempre dietro l’angolo, ieri come oggi, sempre ci sarà una Vanna Marchi o un esimio scienziato che saprà quali tasti toccare per indirizzare le scelte dei consumatori: “Vuoi stare bene? Usa il prodotto x, “prova la nostra terapia e la vita ti sorriderà!”. Stupidaggini di diversi tipi spacciate come soluzioni miracolosi, sono le nuove religioni commerciali con cui oggi dobbiamo fare i conti e che stanno vendendo l’idea del naturale in una maniera totalmente errata e distorta, a discapito di una vera etica dei consumi e dei sani principi del “naturale”.
A seguire un video di Dario Bressanini e che tratta il famoso “sale rosa dell’Himalaya”, uno dei sali più venduti e non certo economico. Ma si tratta davvero di un sale “speciale”? Cosa c’è di vero dietro questo prodotto?
Rossella Tirimacco