Parole vuote, parole senza senso, parole ingannevoli che grazie ad una voce suadente ipnotizzano. Non è importante ciò che si dice, ciò che conta è il tono, il timbro, il ritmo con cui si pronunciano le parole. Parole che diventano frasi, frasi che diventano discorsi… e nulla è vero.
Attraverso le parole, cerchi nella mente l’immagine corrispondente ma… non la trovi, ed è in quel momento che la “mente” inizia a “creare” un discorso che non c’è.
Se il nostro cervello elabora le parole di un discorso appena al 7% e tutto il resto del processo avviene grazie al tono di voce, il timbro, il ritmo, la mimica, le espressioni facciali, la postura ecc. e da cui derivano le nostre emozioni (idem per un certo tipo di scrittura, la quale, seppur in maniera diversa, segue ritmi e tempi ben precisi) non è casuale che poco conti ciò di cui si parla, ciò che conta sono le “emozioni” che si riescono a scatenare nei riguardi dell’interlocutore o ascoltatore.
Ed è grazie alle nostre emozioni che spesso ci inganniamo, inventando a noi stessi, parole forse mai dette o semplicemente equivocate. Così come è grazie alle nostre emozioni che spesso veniamo trascinati, convinti, ipnotizzati da bravi oratori, dove non vince il migliore… ma il più bravo nel toccare le tue corde emotive.
La musica non fa eccezione in tale processo ipnotico, al contrario, questa riesce addirittura senza parole a trascinarti. Quando poi alla musica si aggiunge il parlato, ecco che il canto riesce a far arrivare parole, storie, emozioni, nella mente dell’ascoltatore. Non sempre però i testi, sono interessanti, a volte possono essere noiosi e banali, e leggendoli senza musica, alcuni sarebbero semplicemente da cestinare. Accade però che gli stessi se ben intonati, con i giusti ritmi, tempi e tonalità, riescono a portarti in paradiso.
Un esempio del potere delle parole “musicali”, ci viene offerto da Thomas Bergensen con la sua canzone “Sonera”, tratta dall’album “Illusions” del 2012. L’intero testo è composto da parole senza senso derivante da un linguaggio inesistente. Uno straordinario esperimento- anche se non è di certo il primo autore che si cimenta in certi tipi di composizione- su “suono e parole”. L’album dal titolo “illusione” , del resto, non è casuale… poichè tutto avviene nella nostra mente e “niente è vero”.
© Rossella Tirimacco