L’amore… l’amore, una forza potente e misteriosa; l’amore di cui tutti parlano e di cui non potremmo mai fare a meno; l’amore che tutti inseguiamo e che idealmente immaginiamo ma che quasi sempre si scontra con una realtà ben diversa, ed ecco che l’amore quale “sorgente di vita”, spesso si traduce in sofferenza e dolore. ( Emozioni, tra Musica e Parole cap. 2, L’Amore)
Capita spesso che i rapporti tra individui giungano al termine. Capita che due persone, un tempo innamoratissime, un giorno qualunque, senza sapere perché e percome, si ritrovino come due perfetti estranei che però si scontrano come nemici.
La prima domanda che solitamente ci si pone è: “Perché??”
Un perché però, non è mai abbastanza esaustivo, ammesso che si possa trovare la risposta. Quindi si passa alla seconda fase “Di chi è la colpa?“.
La ricerca della colpa o presunta tale, richiede un lungo processo di elaborazione, dove ogni azione, ogni gesto, ogni parola del passato vengono messi sul piatto della bilancia, pesate e sezionate “meticolosamente”. Durante questa fase, in cui in genere vengono coinvolti parenti ed amici attraverso i vari “sfoghi”, il problema iniziale inizia ad acquisire proporzioni apocalittiche. Tutto viene rielaborato attraverso il processo emotivo del momento (paura o rabbia) e quindi le situazioni vengono distorte, enfatizzate e spesso addirittura “inventate” dalla nostra mente. L’incapacità di poter osservare con lucidità quanto sta avvenendo non aiuta a cercare eventuali soluzioni, al contrario il problema reale viene lentamente seppellito sotto cumuli di chiacchiere ed elucubrazioni mentali.
E una volta stabilito il colpevole? Se di colpe possiamo parlare… cosa succede? La fase successiva è la più dolorosa e cruenta, un continuo recriminare e assurdo gioco a farsi male- che comunque ed inevitabilmente porterà all’epilogo finale- ognuno riprenderà la propria strada e cercherà di guarire le ferite subite, alcune delle quali volutamente autoinflitte.
C’è poi chi rinasce e perdona, c’è chi finisce in analisi, chi invece continua a vivere di ricordi, proiettandoli su ogni persona che incontrerà sulla propria strada- gettando quindi le basi per futuri disastri; c’è invece chi capirà che forse è arrivato il momento di affrontare i propri demoni- processo essenziale per conoscere parti di sé rimaste occultate da sempre.
Ciò che avviene in seguito infatti, varia da individuo ad individuo; l’unico denominatore comune che contraddistingue tutti è il cambiamento che avviene dentro ad ognuno; anche se non sempre, e non per tutti, si tratta di un cambiamento positivo.
Non tutti infatti, riescono a superare la “perdita di un amore”, soprattutto quando si parla di storie di “dipendenza” dall’altro/a ma che la nostra mente interpreta come “amore”. In realtà l’amore, in certe storie, ha poco o nulla a che fare; quasi sempre l’altro viene idealizzato e “costruito mentalmente” per come lo si vorrebbe, ma non viene affatto visto per ciò che “è”. Poi un giorno arriva appunto il “risveglio” e si inizia a vedere una persona che non si conosce e da quel momento – come abbiamo già visto- inizieranno i veri problemi che si affronteranno puntandosi il dito l’uno verso l’altro o contro se stessi. Una modalità, quella dell’accusa e dell’autoaccusa, che si tende a ripetere in ogni rapporto e che fanno sfuggire il senso del perché certe cose avvengano.
Un amore è finito, o credi che stia per finire. Fermati con quei brutti pensieri, non servono. Prendi respiro. Va tutto bene. Osserva te e osserva lui/lei. Non sarà il caso di iniziare a rivedere il tutto con altri occhi?
Rossella Tirimacco