«Il carattere è determinato da come le cose sono, ed offre alla nostra indagine una base per lo studio dei fenomeni concreti della nostra vita quotidiana. Solo in questo modo possiamo afferrare completamente il Genius Loci, lo “spirito del luogo” che gli antichi riconobbero come quell’ “opposto” con cui l’uomo deve scendere a patti per acquisire la possibilità di abitare.»
Christan Norbert Schultz, arhitetto e teorico dell’architettura
“Tanto rumore per nulla” , è una commedia di Shakespeare, il cui titolo possiamo leggerlo come l’emblema dei lamenti del popolo contro il “potere”. Già… perché valgono a poco le urla, le critiche, se delle decisioni sono state prese “a monte” e se dietro dei progetti girano parecchi soldi, serve a poco che il popolo si lamenti, perché tutto procederà come stabilito. È il caso, ad esempio, del taglio dei famosi pini secolari di piazza Carmine, zona nota e cara ai “pensionati” sulmonesi. Quei pini erano il simbolo di una Sulmona antica, erano il simbolo della Sulmona che “era”, erano il simbolo di una parte dell’identità di una cittadina che è morta anni fa. Il taglio delle piante, non è altro che la conferma di quel cambiamento che sta avvenendo nel mondo interno degli individui.

“Mettiamo in scena all’esterno, ciò che accade nel nostro mondo interno” e la nostra città non fa altro che parlarci del nostro mondo interiore. Una piazzetta simbolo, come quella sulmonese, rappresenta una parte della nostra identità, a livello psichico è quindi fondamentale per un processo di crescita e che ci permette di adeguarci ai cambiamenti con un ‘”Io” stabile. Quando questa viene privata con un taglio netto, di alcuni suoi elementi, come dei pini, i quali nel linguaggio degli archetipi rappresentano la vita e l’immortalità, la stabilità e le connessioni (chioma), si sta mettendo in scena quanto sta avvenendo nella nostra comunità-società, ovvero: instabilità, incertezza, senso di morte, vuoto, solitudine. Ora, per capire quanto l’ambiente rifletta il nostro mondo interiore, basta osservare la villa comunale… uno dei più bei simboli della Sulmona antica. L’incuria e il degrado sono agli occhi di tutti, non ci vuole molto per comprendere l’indifferenza di un’amministrazione locale (eletta dai suoi abitanti) che non fa altro che mostrare di non avere nessuna cura, né amore verso i luoghi che rappresentano la città. Così come il progetto di “riqualificazione” della piazzetta dei pensionati che non ha affatto tenuto conto dello spirito del luogo, una dimostrazione di come i progettisti siano così “scollegati” dall’ambiente. Secondo l’architetto e teorico dell’architettura, Christian Norbert Schultz, nel suo saggio “Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura, ci spiega come “l’architettura deve essere sensibile al luogo e alle modalità in cui si inserisce o trasforma il luogo, il quale ha una sua precisa identità con caratteri che possono essere eterni o mutevoli”. Il progetto di “restyling” (ormai si parla solo in inglese) che ci si appresta a realizzare ha tenuto conto dell’identità di una piazzetta che più ha rappresentato la Sulmona antica? Il taglio dei pini è stata una scelta sensata?

Tutto si trasforma, e si finisce così per adattarsi ai nuovi ambienti. A breve ci si adatterà ad una nuova piazzetta sconosciuta ed estranea al contesto del luogo, così come nel tempo gli abitanti si sono adattati ad una villa comunale in stato di abbandono e alle erbacce ovunque. Lentamente i “luoghi simbolo” si trasformano in “non-luoghi” che portano così all’alienazione dei suoi abitanti. Alienazione dovuta, grazie appunto alla perdita di identificazione con ciò che costituisce l’ambiente dell’uomo, impedendo quindi il processo di raduno e comunione con altri individui, e che tradotto si trasforma in “solitudine”.
Rossella Tirimacco