In tutti i testi sacri sono racchiuse infinite Verità e secondo diverse prospettive. La lettura dei vangeli fornisce sempre molte risposte e, a prescindere dal credo religioso porta il lettore e l’iniziato a vedere con occhi diversi gli eventi e le esperienze della propria vita. In molti passaggi dei vangeli possiamo leggere quella che oggi chiamiamo la “legge di risonanza” come nel “Discorso della Montagna” che troviamo nel vangelo di Matteo. Forse uno dei passaggi più belli del vangelo, un messaggio che dovremmo fare nostro in ogni momento della nostra vita e non solo quando cadiamo a terra e ci assale la paura di non farcela. Un messaggio che ci porta ad aver fede e fiducia, due stati d’animo così potenti e che sono in grado di far realizzare anche i nostri sogni. Credere, aver fede e ciò di cui si ha bisogno arriverà…
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena». Mt 6,24-34