Niente al di fuori di te potrà mai darti quello che cerchi
Byron Katie
Quello che stiamo vivendo negli ultimi anni, è forse una delle epoche più “nevrotiche” che la storia ricordi. Se ogni periodo storico ha messo in scena i drammi e virtù, angeli e demoni dell’essere umano, l’epoca che stiamo vivendo si distingue per il senso di incertezza e di oppressione che ha reso gli individui incapaci persino di “sperare” e di “sognare” un futuro luminoso. Ciò non deriva da ciò che possediamo o che non abbiamo, ci basti pensare infatti ad alcuni Paesi dell’America latina, dove la povertà si manifesta in tutte le sue forme, eppure la capacità di sorridere “nonostante tutto” non sparisce né con dei vestiti laceri, né con delle scarpe consumate. E allora come mai, in una società come la nostra, tecnologicamente avanzata, e dove l’abbondanza si mostra in tutte le sue forme, le persone sono così infelici e alla perenne ricerca di qualcosa che possa colmare quel “vuoto” che sentono dentro? Se fino agli anni ’60 la depressione era un male derivante dai sensi di colpa (le guerre avevano lasciato ferite profonde nella psiche) oggi lo è per senso di inadeguatezza (non sono abbastanza bravo, non sono capace, sono troppo grasso o troppo magro, non so parlare, lui è ricco ecc.). L’oppressione di un sistema neoliberista, che ha messo gli individui gli uni contro gli altri; lo stress derivante da assurde competizioni; il senso di inadeguatezza e di scarsa autostima che viene fuori ogni volta che ci confrontiamo con i modelli proposti dallo star-system e che ha portato gli individui a rifiutare persino il proprio corpo e a punirlo nei modi più violenti attraverso gli eccessi o carenze di cibo, attraverso modifiche estreme di chirurgia estetica, e non da ultimo da eccessi di palestre, eccessi di tatuaggi, tutto finalizzato alla ricerca di una perfezione che non esiste. Un’economia schizofrenica che ha finito per calpestare la bellezza e il potenziale dell’essere umano per trasformarlo in un perfetto schiavo asservito alle logiche dei grandi banchieri, tutte queste cose hanno finito col farci perdere “la bussola” del nostro cammino, facendoci così dimenticare la nostra “divinità” e tutte le risorse che abbiamo ma che non riescono ad emergere.
Per non parlare poi dei rapporti con i figli ridotti al lumicino, bambini lasciati nelle mani della baby sitter per eccellenza: la televisione, e negli ultimi anni il tablet o il cellulare. La diretta conseguenza di tale distanza tra genitori e figli, ha gettato il seme della solitudine e della paura, in bambini che, una volta adulti mostrano e mostreranno tutte le nevrosi e le ferite di un passato che non sempre si è in grado di superare.
Secondo Freud “L’uomo è guidato da forze inconsce, ed essendo i nostri desideri inconsci, non è quindi possibile soddisfarli”. Questa è l’origine della nevrosi, non essere consapevole di ciò che davvero si vuole. Sappiamo benissimo “ciò che non vogliamo” ma non sempre sappiamo ciò che vogliamo e cosa è giusto per noi. Siamo “cor-rotti” fatti di tante piccole parti che non conosciamo e che dirigono le nostre vite, e che spesso impediscono la piena realizzazione della nostra vita attraverso autoboicottaggi e impedimenti di tutti i tipi, malattie comprese. Conoscere se stessi significa distinguere ciò che è proprio da ciò che non è proprio. Senza questa distinzione l’identità è confusa e l’io oscilla tra il negare responsabilità che sono sue (proiettandole sugli altri) e l’assumersi responsabilità che non gli appartengono. (M. Scardovelli “L’Ombra”)
L’ambiente esterno, riflette il mondo interno dell’individuo e della comunità e, ci basti dare un’occhiata alle nostre città per realizzare che in questo caso la tecnologia ci ha portato il progresso ma ha impedito la nostra evoluzione. Siamo infatti progrediti ma non ci siamo evoluti. L’ambiente, che noi stessi abbiamo creato, da dominatori, ci ha resi vittime. Ed è proprio da noi stessi che occorre ripartire, dalla nostra psiche, dalla nostra anima, i nostri sentimenti, riportando la nostra stessa energia a “scorrere” come l’acqua.
Rossella Tirimacco