Le notti che vanno dal 21 al 23 giugno , sono notti “particolari” e dense di significato dal punto di vista astrale e che ci riportano alle antiche tradizioni pagane il cui culto derivava dalla Dea Madre e dagli elementi naturali. Il 23 giugno, nella notte di San Giovanni, anticamente vi era un’usanza molto diffusa che consisteva nella raccolta delle erbe, dette appunto di San Giovanni. Si riteneva, che le erbe, durante quella magica notte e bagnate dalla rugiada, avessero funzioni farmacologiche, pertanto era pratica comune bagnarsi, o addirittura rotolarsi nei campi pregni di rugiada al fine di creare una barriera in grado di proteggere da ogni tipo di corruzione. Con le erbe raccolte durante quella notte, si preparavano talismani, poiché si riteneva che la particolare posizione degli astri e relativo allineamento cosmico, concorresse a caricarli di particolari poteri o virtù. Importante era il ruolo delle donne, la loro conoscenza delle erbe e dei rimedi naturali, erano fondamentali per i numerosi riti collegati alla Dea Madre. Il loro sapere se nel passato pre-cristiano, le rendeva simili a delle sacerdotesse, depositarie di conoscenze ultraterrene, in seguito, con l’avvento del cristianesimo, molte di queste donne vennero però relegate al ruolo di streghe. Gli antichi riti pagani, per poter sopravvivere si “convertirono” così nei secoli, al cristianesimo, e i nomi delle divinità vennero tradotti in nomi di santi.  Le donne, lentamente dimenticarono le loro conoscenze, e con esse, dimenticarono parte della propria storia. Non sappiamo quanto del passato corrisponda a verità o leggenda, superstizioni o credenze, ciò che conta è vedere nelle tradizioni e nella nostra cultura, parte della nostra storia e quindi parte della nostra identità. Nella tradizione popolare vi è un patrimonio di informazioni che è necessario preservare e consegnare alle nuove generazioni affinché riscoprano “la magia” che è insita nell’essere umano. Questa è una delle ragioni per cui mi prodigo  a diffondere pezzi di storia popolare, come nel caso delle tradizioni e i riti che si svolgevano durante la notte di San Giovanni. E’ chiaro che oggi si utilizza un linguaggio differente per comunicare i tanti eventi che anticamente erano direttamente collegati con il Divino, ciò che emerge però, durante le rievocazioni o gli incontri di gruppo a tema, è una grande  passione per il passato, da parte di persone, che magari fino ad allora non avevano avuto nessun interesse per le proprie tradizioni. Una volta che ci si addentra e si inizia a conoscere la propria storia, i costumi degli antichi avi, per molti individui si apre un mondo, è come vedere con occhi nuovi la propria casa. Il paese o città, infatti, sono estensioni esterne della psiche della comunità; non avere quindi conoscenza del luogo e quindi della storia e tradizioni locali del proprio luogo di appartenenza, è un po’come non conoscere la propria casa. Scoprendo il passato, scopriamo parti di noi, e… con un po’ d’impegno riscopriamo il Divino che è in tutti noi.

 

Rossella Tirimacco