La mitologia e il rito hanno sempre avuto la fondamentale funzione di fornire i simboli che aiutano il progresso dello spirito umano, da contrapporre a quelle altre immagini costanti che tendono ad arrestarlo. Non è da escludersi che l’altissima percentuale odierna di neurotici sia una conseguenza del declino subito da questi efficaci aiuti spirituali. Noi restiamo legati alle immagini inesorcizzate dell’infanzia, e siamo quindi riluttanti ad addentrarci nell’età adulta. Negli Stati Uniti si è addirittura diffusa la tendenza contraria: il fine non è più diventare adulti, ma rimanere bambini, non l’emanciparsi dalla dipendenza materna ma prolungarla all’infinito. È così, mentre i mariti, divenuti ormai avvocati, commercianti o industriali secondo il desiderio dei genitori, continuano ad adorare gli idoli della propria infanzia, le loro mogli, dopo quattordici anni di matrimonio, dopo aver messo al mondo e allevato un paio di figlioli, stanno ancora cercando disperatamente l’amore- quell’amore che potranno trovare soltanto nei centauri, nei sileni, nei satiri e negli altri mostri concupiscenti che popolano i loro sogni, o negli eroi delle pellicole cinematografiche. Alla fine deve intervenire lo psicanalista, il quale conferma la saggezza degli antichi insegnamenti degli stregoni che danzavano mascherati, e noi scopriamo che, come nel sogno del serpente, i simboli eterni dell’iniziazione vengono riprodotti spontaneamente dall’individuo nel momento stesso in cui si libera dai vincoli del passato. Evidentemente questi simboli sono indispensabili alla psiche, tanto che, quando non vengono forniti dall’esterno, mediante il mito e i riti, si sviluppano autonomamente dentro di noi e si presentano a noi nel sogno. Senza il loro intervento infatti le nostre energie rimarrebbero confinate per sempre nel regno banale e anacronistico dell’infanzia.
Joseph Campbell “L’eroe dai mille volti”
Gruppo “Il tempo delle Metamorfosi” in “Alla scoperta del mito e dell’eroe” , tra teatro, storia e crescita personale.