Il Grande Fratello non ci osserva. Il Grande Fratello canta e balla. Tira fuori conigli dal cappello. Il Grande Fratello si dà da fare per tenere viva la tua attenzione in ogni singolo istante di veglia. Fa in modo che tu possa sempre distrarti. Che sia completamente assorbito.
Fa in modo che la tua immaginazione avvizzisca. Finché non diventa utile quanto la tua appendice. Fa in modo di colmare la tua attenzione, sempre e comunque.
Questo significa lasciarsi imboccare, ed è peggio che lasciarsi spiare. Nessuno deve più preoccuparsi di sapere che cosa gli passa per la testa, visto che a riempirtela in continuazione ci pensa già il mondo. Se tutti quanti ci ritroviamo con l’immaginazione atrofizzata, nessuno costituirà mai una minaccia per il mondo.

Chuck Palahniuk “Lullaby (ninna nanna)”

Lullaby…ninna nanna
dormi dormi dolce bambino

E così la macchina mediatica si mise in moto, occhi puntati sulle tv, giornali, social, tutti completamente assorbiti da ogni singolo fotogramma condito da discorsi totalmente inutili e vacui. Il Grande Fratello è all’opera come non mai, e nei momenti in cui c’è bisogno di agire e trovare soluzioni immediate e che richiedano una grande capacità di saper utilizzare la diplomazia, si parla invece alle pance di milioni di individui agitando lo spauracchio di una “guerra giusta” contro il cattivo di turno. Speciali e dirette si susseguono, immagini strazianti e immagini di videogiochi si ripeteranno per giorni per la preparazione dell’ennesimo teatrino atto a dare una versione unica di una storia che qualcuno ha già deciso per noi tutti.

Gente che soffre e gente che muore mentre gli sciacalli banchettano su una guerra annunciata e in parte fomentata da chi la politica la utilizza per speculare sulle tragedie umana. Immagini utilizzate ad arte con una musica di sottofondo mentre la voce grave di uno dei tanti cronisti racconta non la tragedia che incombe su noi tutti, ma continua ad indirizzare l’opinione pubblica a senso unico, del resto non è pagato per dire la verità su un evento che poteva essere evitato, è lì per narrare la storia che “la cabina di regia” ha scritto per milioni di spettatori. La pena che si prova nel trovarsi di fronte immagini crude, si trasforma in rabbia, ed è a quel punto che il colpevole va cercato e punito. È lui il nemico designato su cui scaricare tutte le colpe. E non importa se per punirlo si rischia una guerra atomica che “punirà” noi tutti, l’importante è scaricare tutta la nostra rabbia. Così, anziché lavorare per la pace, ci ritroviamo a combattere la guerra iniziando un’altra guerra e se ciò non bastasse inviamo armi ad una delle fazioni e boicottiamo la cultura proveniente dalla terra del nemico. -Vietato leggere nelle scuole Dostoevskij! Stiamo lavorando per la pace!

E mentre il pubblico s’interroga e dice la sua su questo o quello, e mentre un pubblico di analfabeti funzionali di colpo si ergono al ruolo di strateghi e inneggiano alla guerra, c’è gente che ora piange e c’è gente che soffre.
La rabbia fa perdere lucidità e capacità di trovare soluzioni sensate, il rimbambimento generale che si respira in certe situazioni è intollerabile, è quasi una sorta di ipnosi collettiva… tutti dormono… lullaby…io voglio svegliarmi…

Rossella Tirimacco