L’estate è ormai finita e da qualche giorno l’autunno ha iniziato ad accompagnare le nostre giornate. Secondo il nostro calendario ufficiale, infatti, il 23 settembre alle ore 3,04 la terza stagione ha fatto il suo ingresso nel ciclo del 2022. Da questa data giorno e notte hanno la stessa durata, e lentamente il buio inizia ad occupare più ore rispetto alla luce. È l’equinozio d’autunno.
Tale processo anche se non ce ne accorgiamo inizia dal 23 giugno, momento nel quale la Luce raggiunge il suo culmine con il giorno più lungo della notte. Dalla settimana successiva al 23, la notte però riprende a poco a poco il suo posto, in un continuo alternarsi come in una danza tra Luce e Ombra.
Ogni stagione porta i suoi cambiamenti con cui la natura si manifesta: odori, colori, luce, suoni… tutto cambia, e l’autunno per molti viene percepito come una sorta di chiusura e di tristezza per “la bella stagione estiva ormai terminata”. Per altri l’autunno non è altri che il periodo di transito da qui al natale, per altri ancora invece è la stagione più bella in cui colori e suoni risvegliano sensazioni di mondi fantastici.

Quanto la nostra percezione del mondo esterno influenza il nostro stato d’animo? Non c’è una lettura universale su questa stagione, poiché ogni individuo elabora e percepisce il mondo in base al proprio vissuto personale e alle proprie emozioni.

Che l’autunno piaccia o meno, una cosa è certa: “emotivamente tocca le corde di ognuno di noi” poiché rappresenta comunque un “finale” della parte declinante della Ruota dell’anno.

Ma è davvero il finale? E se provassimo a dare una lettura differente a questo periodo?

In realtà nell’antichità e secondo il calendario pagano, l’autunno segnava “il nuovo anno”, una sorta di capodanno che dava inizio alla nuova stagione nella settimana che andava dal 23 al 29 settembre che culminava il 31 ottobre con la festa del Samhain.
Molti sono i riti e le leggende collegate a questo particolare momento stagionale. Sin dall’antichità infatti, i cicli astronomici erano collegati non solo all’agricoltura ma anche al concetto di vita-morte. Le stagioni venivano vissute non come semplici “passaggi temporali”, ma avevano una valenza spirituale e simbolica. Nel tempo dei Misteri Eleusini l’equinozio d’autunno, era il momento della discesa di Persefone (Kore) o Proserpina secondo il culto romano, nell’Ade e del dolore di sua madre Demetra. Il cristianesimo introdusse in seguito nel periodo dell’equinozio d’autunno precisamente il 29 settembre la festività di Michaelmas o Michael Supremo, una giornata dedicata a Michael l’Arcangelo di fuoco e di luce che sconfisse Lucifero.

Persefone rapita da Ade

Tra i tanti culti presenti nella ruota del calendario pagano, Mabon viene collocato dai neopagani negli anni ’70 nell’Equinozio d’Autunno.

Ogni civiltà ha attribuito un nome e ha creato personaggi differenti della medesima storia, e ciò dimostra quanto le varie popolazioni siano unite da “un filo invisibile” fatto di credenze, storie, racconti, miti, tradizioni.

Mabon infatti è il dio gallese della giovinezza, della caccia, della vegetazione e dei raccolti. Figlio della dea Modron , dea della fertilità e del ciclo delle stagioni, il suo nome significa Figlio della Madre, dalla quale appunto verrà rapito tre giorni dopo la sua nascita. Tenuto in ostaggio negli inferi, e destinato a rimanere per sempre giovane verrà salvato da  Culhwich il cugino di re Artù. Simile ad Apollo, la figura di Mabon era quindi raffigurata come un bel giovane con una lira. Le analogie della storia di Persefone e Demetra, come vediamo non mancano. Mabon diventa così la controparte maschile di Persefone, mentre Modron corrisponde a Demetra.

La simbologia delle stagioni presente nelle diverse culture vediamo così che ci narra la “storia della natura di cui l’uomo ne è parte integrante”. L’Equinozio segna il momento in cui il Buio si alternerà alla Luce.

E’ il momento del riposo in cui il chicco di grano va sotto terra pronto a rigenerarsi per poi rinascere sotto forma di spiga. Così come il vino nuovo dalla raccolta delle uve alla pigiatura, si prepara alla sua chiusura nel buio delle botti.


Che sia Mabon o l’equinozio d’autunno, va quindi vista come una festa iniziatica, è l’ingresso in un “nuovo mondo”, ed esattamente come il chicco di grano, anche l’uomo entra nel buio iniziando un viaggio dentro se stesso alla ricerca di un nuovo livello di consapevolezza che gli permetterà di evolvere. Colori, sapori, odori, suoni diventano così elementi che attraverso il silenzio interiore ci portano alla riscoperta di parti di noi che poco abbiamo coltivato e che ora possiamo vedere “come un chicco di grano” pronto a germogliare.

E’ questo il momento dei bilanci e del raccolto di ciò che abbiamo seminato nella nostra vita durante l’anno. Cosa abbiamo seminato? E cosa stiamo raccogliendo?

La Natura è generosa e ci corre sempre in aiuto, anche quando realizziamo la scarsità della nostra semina. Ma è proprio questo il periodo per “aprirci” a nuovi progetti e ad un nuovo “calendario” della semina. E’ il momento delle scelte che implicano diminuire o mettere fine a cattive relazioni, abitudini malsane o convinzioni autodistruttive.

Partire da “dentro” per manifestarsi “fuori”.

Lo yin e lo yang , la Luce e l’Ombra, Dentro Fuori… due facce della stessa medaglia.

L’autunno diventa così l’ingresso del nuovo, il momento più propizio per attingere alla forza e all’energia della nostra interiorità per prepararci ad un cammino all’insegna della Luce e dell’abbondanza.


Rossella Tirimacco

Couselor, operatrice e consulente del colore