Chiudere i conti con il passato è un atto dovuto per colui che cammina verso la fonte. Lasciar andare i rimorsi, i rimpianti, i sensi di colpa, implica affrontare le proprie paure, la rabbia, la gelosia, tutto quello che ha il potere di ingabbiare, fissare la percezione all’identità dell’ego.
Dalla nascita ci insegnano ad essere qualcuno, ci danno un destino, una storia personale, una forma.
Scegliere il cammino verso la fonte implica rompere le frontiere che limitano la nostra visione della vita. Se non riconosciamo che viviamo in un sogno, un incubo a volte, di cui siamo noi stessi gli artefici, come faremo a percepirci per quello che realmente siamo?

Alessandra Comneno Maurizio Balboni “Pratiche Sciamaniche” pag. 76

Gran parte delle problematiche della nostra esistenza e che ci rendono dei burattini in balia dell’incessante mormorio della mente, non derivano da una situazione transitoria o attuale, ma la loro origine va quasi sempre ricercata nel passato.
Non è insolito alzarsi al mattino arrabbiati o tristi per cose accadute magari giorni o addirittura anni prima. Durante la giornata poi, basta un niente per rievocare situazioni spiacevoli per ritrovarsi di colpo emozionalmente nella stessa situazione.
Il passato diventa così un eterno presente.
Il presente è il passato.
Iniziare a fluire come acqua verso la vita implica necessariamente chiudere i conti con il passato. Cosa non facile se pensiamo che la gran parte della giornata la passiamo con pensieri spesso tossici che ci rimandano a situazioni pregresse e spesso mai superate.
Lasciar andare non significa dimenticare ma significa avere il coraggio di affrontare quel passato sempre presente nella nostra vita e chiuderlo una volta per tutte. Quel passato che magari ci vedeva come una continuazione dei nostri genitori, quel passato che ci vedeva e ci voleva in un certo modo. Oppure quel passato che continua a ripetersi nella nostra vita con gli stessi errori, gli stessi problemi, gli stessi dolori., e così via.
Viviamo in un sogno o in un incubo?
L’uno non esclude l’altro, ma siamo i soli artefici delle nostre creazioni, che siano mondi di orchi e draghi o gnomi e fate.
Tutto è perfetto così, qualunque sia la creazione che hai deciso di rendere manifesta nel mondo. Chiediti però se quel sogno o incubo è davvero la tua strada.

Rossella Tirimacco