Uno dei maggiori desideri dell’essere umano, conscio o inconscio è il volersi trasformare in “altro”. Sembra quasi una “legge” impressa nelle nostre cellule, una trasformazione agognata e sofferta per tutta la vita. Non è casuale infatti, che vecchie storie, antiche leggende e fiabe parlino così tanto di “trasformazione”. Sin dalla più tenera età, non appena il bambino è in grado di esprimersi in maniera comprensibile, ed ha da poco iniziato la sua esplorazione del mondo attraverso il gioco che lo porta ad imitare il mondo degli adulti, ecco che subito gli viene posta la fatidica domanda “Cosa vuoi diventare da grande?”. Il bimbo non ha ancora consapevolezza di sé, non ha ancora un’ identità, le sue attitudini e capacità, ancora non emergono e già deve pensare a “cosa diventare”. Questa frase, per quanto banale, dice tanto sulle “maschere” che andremo ad indossare da adulti e che ci porteranno ad identificarci con il il ruolo che andremo ad impersonare. Ballerina, scienziato, casalinga, ingegnere, medico ecc. queste solo alcune delle maschere che indossiamo e con le quali ci muoviamo nel mondo. Per tale ragione, il più delle volte, ci si presenta agli altri identificandosi appunto con il proprio lavoro. Esempio di un incontro a due: “ Piacere, Giovanni, sono avvocato”, l’altro risponde “Piacere Francesco, sono medico”. Vale a dire che “siamo” il nostro lavoro. Il problema sorge se ad un certo punto della nostra vita, questo ci viene sottratto… ecco che la nostra persona ne subisce un colpo, al punto tale che alcuni individui ne patiranno delle vere e proprie crisi d’identità. Normale, quindi cadere in balia della depressione quando ciò in cui ci si identificava viene a finire, perché in fondo passiamo una vita senza sapere in realtà “chi siamo”. Ad esempio Pinocchio e La Sirenetta (ma non solo), ben rappresentano tali processi evolutivi della psiche umana, nel primo, vediamo il desiderio di trasformarsi in un “bambino vero”, nell’altra invece il desiderio di avere due gambe. Entrambe le figure non sono che archetipi del nostro viaggio di trasformazione su questa Terra, alla scoperta di “noi stessi” e alla rivelazione di “essere” molto di più di ciò che credevamo.
“Herr Mannelig” è una famosa ballata popolare svedese di origine medioevale, giunta fino ai giorni nostri, dove ritroviamo di nuovo il tema della “trasformazione”. La leggenda o il mito, narra di una troll che desidera ardentemente di diventare umana, per far si che ciò accada, inizia a corteggiare Sir Mannelig, il signore del luogo, convinta che una volta divenuta sua sposa si sarebbe trasformata come una donna umana. Secondo la mitologia, esistono due tipi di troll, uno è di tipo maligno, enorme e con una forza spaventosa ed è simile ad un orco, ha la coda, un grosso naso ed ha solo quattro dita sia alle mani che ai piedi. L’altro tipo di troll è invece benevolo ed ha le dimensioni umane. La troll protagonista della ballata, ha le dimensioni umane, infatti si tratta di una troll benevola, anche se secondo alcuni non si tratta di una troll, bensì di una strega di montagna, infelice della sua condizione al punto da ritenerla un “tormento”. Per tale ragione, la troll propone al signore svariati doni pur di essere accettata in sposa. Questi però rifiuta la sua proposta e i suoi doni con queste parole:
<<Sarei molto lieto di ricevere regali come questi
se tu fossi una donna cristiana
ma io so che sei la peggiore troll di montagna
figlia degli spiriti maligni e del demonio >>
La troll si dispera per il rifiuto, e non ci è dato sapere se un giorno coronerà il suo sogno come “Ariel” la sirenetta (rielaborata dalla Disney) o se morirà come nella versione originale della fiaba.
Una bella storia vero? Le vecchie leggende ci narrano di storie che crediamo in apparenza fantasiose ed incredibili, mentre leggendole con grande apertura mentale ci trasmettono grandi insegnamenti e riescono a guidarci per mano nella vera storia.
A seguito il bellissimo pezzo del gruppo dei Garmana, tratta dall’album “Guds spelemän” pubblicato nel 1996, che ci narra appunto la storia di Herr Mannelig.
Buon ascolto
Rossella Tirimacco
Garmana- Herr Manneling
Una mattina presto prima che il Sole sorgesse
e gli uccelli cantassero la loro dolce canzone
la strega dei monti con lingua falsa
ed ingannevole propose al signore:
Sir Mannelig, Sir Mannelig mi vorrai sposare
per tutto quello che io sarò lieta di offrirti?
Potrai rispondere solo sì o no,
farai così o no?
Ti darò dodici magnifici cavalli
che pascolano in un boschetto ombroso
non hanno mai avuto una sella sulle loro schiene
né morso nelle loro bocche
Ti darò dodici bei mulini
che si trovano fra Tillo e Terno
le macine sono dell’ottone più rosso
e le ruote sono cariche d’argento
Ti darò una spada dorata
che tintinna come quindici anelli d’oro
in guerra potrai colpire come vorrai tu
e sul campo di battaglia sarai vincitore
Ti darò una camicia nuova
la più lussuosa da indossare
non è stata cucita con ago e filo
ma fatta all’uncinetto con la seta più bianca
Sarei molto lieto di ricevere regali come questi
se tu fossi una donna cristiana
ma io so che sei la peggiore (strega) troll dei monti
figlia degli spiriti maligni e del demonio
La strega dei monti corse fuori dalla porta
strillando e lamentandosi a gran voce:
“Se fossi riuscita a sposare quel bel signore
ora sarei libera da questo tormento”
Sir Mannelig, Sir Mannelig mi vorrai sposare
per tutto quello che io sarò lieta di offrirti?
Potrai rispondere solo sì o no,
farai così o no? »
Splendide le favole e quello che non si scorge..il mito, l’incantevole magia sublime.
Lieto di conoscerla sign Rossella, le faccio i complimenti per il suo blog, anche se devo ancora esplorarlo. Vedo che è una persona che conosce il mondo da come si esprime, e vorrei augurarle una buona continuazione su quelli che sono i temi di questo suo web. Colgo l’occasione di invitarla nel mio blog: http://www.modacalzature.webnode.it/blog-dei-single/ anche se sono altri temi.. se vuole può esprimere delle sue opinioni. Grazie, l’aspetto volentieri.
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Grazie per l’apprezzamento e per l’invito Niki. Non mancherà occasione di scambi di commenti nei rispettivi blog. Grazie di nuovo.
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Prego, venga volentieri, buona Domenica
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Ecco il mio nuovo blog d’arte, se vuole farne parte volentieri: http://www.arte-niki.webnode.it Arrisentirla, saluti dalla prov. di Siracusa
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Interessante analisi. In effetti si passa la vita a cercare di essere cio’ che la societa’ ci dice dobbiamo essere. E poi si incontra il vuoto. E si impara a “succedere” .
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E a volte si impara a “rinascere”… anche il vuoto può essere un grande maestro…
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