Disse Darwin: “Supporre che l’occhio si sia formato attraverso la selezione naturale, lo confesso apertamente, sembra assurdo nella maniera concepibile più elevata!”.

Cosa voleva dire Darwin? E a cosa si riferiva? O forse la domanda andrebbe posta in maniera differente: Cosa vedono i nostri occhi?
Intorno a noi, persino al nostro fianco c’è un mondo che non vediamo, perché su frequenze diverse e non “visibili” ai nostri occhi. Ciò che vediamo è solo una piccola porzione di luce, perché è di questo che parliamo… di semplice “luce”. Luce che i “corpi” riflettono e il cui segnale luminoso viene interpretato dal cervello che lo “traduce” sotto forma d’immagine. Esattamente come le nostre foto, quelle bellissime foto che pubblichiamo fatte di selfie, foto di principianti e altre d’autore.

luce riflessa

Cosa cattura la nostra macchina fotografica o cellulare? Spesso di fronte a questa domanda mi sento rispondere che la fotocamera cattura l’immagine. In realtà viene catturata la luce  che l’oggetto irradia, del resto i cosiddetti pixel di cui tanto si parla, cosa sono? È la luce catturata, ed emanata da ogni più piccola parte del nostro corpo e del mondo circostante. Infatti quando diciamo (su Fb è una frase che va di moda)  “Tutto è luce”, non è un semplice modo di dire,  noi “SIAMO” davvero luce!! Luce che viaggia a determinate frequenze, queste colpiscono l’occhio, il segnale elettrico attraverso un complicato sistema “criptato”, invia informazioni del mondo visibile al cervello, che le decodificherà, restituendoci l’immagine e il colore, ed una delle ragioni per cui non “vediamo” le cose tutti allo stesso modo (anche per altre ragioni, che però preferisco tralasciare per non “appesantire” l’articolo).

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Differenze tra occhio e fotocamera

 

A titolo di esempio, prendiamo un semplice dipinto,  per alcuni potrà apparire come “brutto”,  altri invece ne avranno una percezione totalmente differente.  Ciò non deriva solo dai cosiddetti “gusti” personali, ma anche dal “modello interpretativo” della “realtà” stessa! Idem per  il colore. Di nuovo la luce ci parla di una “realtà” che spesso dimentichiamo o ignoriamo.  Il colore è infatti “una sensazione che viene avvertita in una zona particolare del cervello e viene provocata dall’azione della luce sugli occhi e, attraverso di loro, sul cervello. Tutti gli oggetti intorno a noi emettono della luce. Quando li guardiamo, i fotoni colpiscono la nostra retina (la parte sensibile dell’occhio). La retina contiene i coni, che sono cellule che analizzano l’energia dei fotoni e trasmettono l’informazione al cervello come colore.”

spettro
Luce che viaggia a diverse frequenze e, a seconda della velocità vengono “tradotte” in “colore”.

Dire quindi che siamo “totalmente” ciechi rispetto a ciò che ci circonda non è errato, eppure ci arroghiamo il diritto di essere gli unici nell’universo, mentre al nostro fianco pulsa la vita sotto forma di luce e che non vediamo perché su frequenze diverse da quelle da noi percepibili. Voler “spiegare”  quindi l’universo con i nostri cinque sensi “limitati” è una dimostrazione di pura follia “.

vediamo con il cervello

Ciò mi fa venire in mente una storia che suor Immacolata raccontava a noi bambini, quando io avevo poco più di sette anni. Sant’Agostino, un giorno, mentre camminava sulla spiaggia vide un bambino che aveva fatto un buco nella sabbia. Con un piccolo secchio, il bimbo correva nel mare, prendeva dell’acqua e la metteva nel buco. Sant’Agostino rimase a guardare questa strana operazione che il bambino faceva, dopo un po’ gli chiese spiegazioni. Il bimbo rispose che intendeva mettere tutta l’acqua del mare in quel buco. Il santo, meravigliato rispose che ciò non era possibile e che il buco non avrebbe mai potuto contenere tutta l’acqua del mare.
A quel punto il bambino rispose “E tu come pensi di poter comprendere i grandi misteri dell’Universo, con un corpo così limitato? La tua testa, non può contenere tutto!”
Detto ciò, il bambino sparì.
Una “storiella” da niente, ma che mi portò in futuro a pormi molte domande circa il nostro rapporto con la cosiddetta “realtà”. Cosa è reale? Vediamo o “crediamo” di vedere?

 

 

Rossella Tirimacco

Fonti bibliografiche

Il colore

Neuroscience – Science of the Brain British Neuroscience Association The Dana Alliance for Brain Initiatives

Charles Darwin “The Origin of Species”, J. M. Dent & Sons Ltd, London, 1971, p. 167