Dobbiamo farla finita con l’idea che tutti devono guadagnarsi da vivere. È un fatto che oggi una sola persona, grazie alla tecnologia, è in grado di supportare e portare avanti il lavoro dove prima ne venivano impiegate mille e anche diecimila.I giovani di oggi hanno assolutamente ragione nel riconoscere questa assurdità di “guadagnarsi da vivere”. Manteniamo lavori inventati a causa di questa falsa idea che ognuno deve essere impiegato presso qualche tipo di fatica, perché secondo le teorie darwiniane-malthusiane si deve GIUSTIFICARE IL DIRITTO DI ESISTERE. Quindi abbiamo gli ispettori degli ispettori e delle persone che costruiscono gli strumenti per gli ispettori per ispezionare gli ispettori stessi. Il vero business delle persone dovrebbe essere quello di tornare a scuola, e pensare a ciò che era, e che stavano pensando prima che qualcuno arrivasse, dicendo loro che dovevano guadagnarsi da vivere. (1*)
Richard Buckminster Fuller
Lavori del tutto inventati e spesso inutili, la società odierna è piena di lavori che non hanno alcun senso, così come è piena di controllori che a loro volta vengono controllati. Il problema risiede in un’economia divenuta ormai schizofrenica e incapace di funzionare per il bene della collettività. E Fuller, lo aveva capito bene, già da allora. Egli fu un genio del ‘900 che si distinse in diversi campi e diede il suo contributo alla società come architetto, design, inventore, filoso, scrittore, conduttore televisivo. Famoso per aver realizzato le cupole geodetiche (molto in uso nelle stazioni radar) ma il suo più grande merito fu quello di spingere un’intera generazione di studenti e professionisti a pensare “fuori dagli schemi” e a mettere in dubbio le concezioni finora date per scontate. La sua visione “olistica” non solo dell’architettura, ma del mondo, lo portò ad osservare, come del resto fanno tutti i geni, in maniera del tutto nuova, anche l’economia e la crescita dell’uomo. La sua linea di pensiero, che poneva al centro “l’umanità”, era ritenuta da Fuller, quindi fondamentale per qualsiasi processo evolutivo.

Se agli esseri umani non viene richiesto di guadagnarsi da vivere per soddisfare i bisogni di sopravvivenza, molti diventeranno naturalmente produttivi, ma non per quelle attività che non hanno scelto di fare, ma che sono stati costretti ad accettare per guadagnare denaro. Invece, gli umani faranno spontaneamente quei compiti di cui la società ha bisogno.(2*)
Egli infatti criticava aspramente il modello malthusiano che sempre più nel secolo scorso si andava affermando. Il suo lavoro infatti, fu fonte di ispirazione per un mondo dalle infinite possibilità e per migliorare gli standard di vita. Per tale ragione si oppose a quanto stava avvenendo nel mondo derivante dal modello del reverendo Malthus. Secondo le teorie economiche elaborate da Thomas Robert Malthus, era indispensabile frenare l’aumento naturale della popolazione con mezzi anticoncezionali, che peraltro Malthus condannava preferendo l’astinenza.

Il reverendo portava avanti l’idea che per combattere la povertà era quindi necessario diminuire il numero dei poveri, togliendo loro gli aiuti, l’assistenza, portare i salari sotto alla soglia minima, insomma “portare i poveri alla morte e incapaci di sposarsi e fare figli”. In questo modo, portando lentamente “i poveri all’estinzione” la povertà stessa si sarebbe estinta. Con l’affermazione del modello culturale anglosassone e col supporto del darwinismo,il malthusianesimo si è poi diffuso e affermato nel ’900 giungendo fino alle politiche dell’ONU e della società odierna.
Benvenuti nel futuro!
Rossella Tirimacco
Fonti bibliografiche
1* “The New York Magazine Environmental Teach-In” di Elizabeth Barlow su New York Magazine (30 marzo 1970)
2* Richard Buckminster Fuller – Cosmography
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