Byron Katie è una donna come tante, una donna che ad un certo punto della sua vita, il mondo divenne per lei un inferno. Katie, infatti, intorno ai trent’anni, cadde in una grave forma di depressione che la portò in una spirale di rabbia e disprezzo per se stessa. Nei successivi dieci anni, i costanti pensieri suicidi la portarono ad un peggioramento della depressione, al punto che negli ultimi due anni circa, raramente si alzava dal letto.
In quel lungo calvario, in cui Katie, si trovò faccia a faccia con i suoi stessi demoni, la donna comprese una grande verità che la portò, un mattino come tanti a “svegliarsi” dallo stato ipnotico che fino ad allora l’aveva tenuta prigioniera dell’inferno… “il suo inferno”.
Katie, infatti, comprese che quando credeva ai propri pensieri soffriva, e quando invece non credeva ai propri pensieri non soffriva. Capì che ciò che aveva causato la sua depressione non era stato il mondo intorno a lei, ma ciò che lei credeva di quel mondo. In un lampo d’intuizione vide che il nostro tentativo di trovare la felicità procedeva al contrario: invece di cercare disperatamente di cambiare il mondo per adeguarlo ai nostri pensieri su come “dovrebbe” essere, possiamo esaminare questi pensieri e, accogliendo la realtà per com’è, fare esperienza di gioia e libertà inimmaginabili. Come risultato, una donna costretta a letto e con tendenze suicide, divenne piena d’amore per tutto ciò che offre la vita.
Il Lavoro (The Work)
E fu proprio la sua personale esperienza che portò Kate a fondare “Il Lavoro”,un metodo d’indagine che porta le persone a scoprire come la sofferenza stessa derivi da quei pensieri nocivi, e che senza quei pensieri (o chiodi fissi) la nostra vita sarebbe sicuramente diversa. Partendo quindi, nell’identificazione di quei stessi pensieri, che diventa possibile interrogarli arrivando alla vera essenza della sofferenza. È un modo per capire cosa ti fa stare male, e per affrontare la causa dei nostri problemi con chiarezza.
Attraverso il Lavoro, è possibile risalire alle radici dell’infelicità e sradicarla. Si tratta di un processo incredibilmente semplice, accessibile a persone di ogni età e formazione, per il quale sono necessari solo carta, penna e una mente aperta.
Rossella Tirimacco
Come eseguire Il Lavoro (tratto da “Il Lavoro”)
- Giudica il prossimo
Da migliaia di anni ci viene detto di non giudicare — ma parliamoci chiaro, lo facciamo ancora senza sosta. La verità è che abbiamo tutti giudizi che corrono nelle nostre teste. Attraverso Il Lavoro abbiamo finalmente il permesso di lasciar parlare apertamente quei giudizi, o addirittura di farli urlare, su carta. Potremmo scoprire che anche i pensieri più spiacevoli possono essere accolti con amore incondizionato.
2) Le quattro domande
Ora indaga ognuna delle affermazioni riportate sul Foglio di lavoro — Giudica il prossimo utilizzando le quattro domande e i rigiri che trovi qui sotto. Il Lavoro è meditazione. Si tratta di aprire il tuo cuore, non di cercare di cambiare i tuoi pensieri. Poniti le domande e prenditi tempo, entra dentro te stesso e attendi che vengano alla superficie le risposte più profonde.
Nella sua forma più semplice Il Lavoro consiste di quattro domande e un rigiro. Per esempio, la tua affermazione potrebbe essere “[Nome] non mi ascolta”. Trova una persona nella tua vita per la quale hai creduto a questo pensiero, prendi quell’affermazione e mettila di fronte alle quattro domande e al rigiro del Lavoro.
È vero?
Puoi sapere con assoluta certezza che è vero?
Come reagisci, cosa avviene quando credi a quel pensiero?
Chi saresti senza quel pensiero?
Rigira il concetto. Poi trova almeno tre esempi specifici e sinceri di come ogni rigiro è vero per te in quella situazione.
3) Rigiralo
Dopo aver indagato la tua affermazione con le quattro domande, sei pronto per rigirare il concetto che stai indagando.
Ogni rigiro è un’opportunità di sperimentare l’opposto di ciò che credevi originariamente.
Ogni affermazione può essere rigirata verso te stesso, verso l’altro e all’opposto (e in certi casi a “i miei pensieri” dove ha attinenza). Trova almeno tre esempi specifici e sinceri di come ogni rigiro è vero nella tua vita, e poi permettiti il tempo e la presenza necessari per sentirli profondamente.
Per esempio Paul non mi capisce viene rigirato in: “Io non capisco me stessa“. Trova almeno tre esempi specifici e sinceri di volte in cui tu non ti sei capita.
Un altro rigiro è: “Io non capisco Paul”. Rilassati, chiudi gli occhi, e con una mente aperta osserva le immagini e i sentimenti che ti si mostrano, esempio per esempio, dove tu non hai capito Paul. Sii molto gentile e accurata.
Un terzo rigiro è: “Paul mi capisce”. Rimani in silenzio e osserva come la tua mente rivela esempi di come questo rigiro è vero. Questi esempi potrebbero essere:
Lui capisce che quando mi arrabbio mi riprendo sempre.
Mi ha capito la scorsa settimana quando si è messo a ridere della barzelletta che gli ho raccontato.
Mi ha capito ieri quando gli ho ditto che avevo bisogno di uscire con amici. È rimasto perfino a casa con I bimbi.
Quando ho cominciato a vivere i miei rigiri, mi sono resa conto che io ero tutto ciò che definivo te. Tu eri solamente la mia proiezione. Ora, invece di cercare di cambiare il mondo intorno a me (che non ha funzionato, ma solo per quarantatré anni), posso scrivere i miei pensieri sulla carta, indagarli, rigirarli, e scoprire che io sono proprio quello che pensavo tu fossi. Nel momento che ti percepisco egoista, sono io l’egoista (decidendo come dovresti essere tu). Nel momento che ti vedo scortese, la scortese sono io. Se credo che tu debba smettere di fare la guerra, sono io che ti faccio la guerra nella mia mente.
Byron Katie
I rigiri sono le tue prescrizioni mediche per la felicità. Vivi tu la medicina che hai continuato a prescrivere agli altri. Il mondo sta aspettando una sola persona che la viva, e quella persona sei tu.
Abbracciare la realtà
Dopo aver rigirato i giudizi nelle tue risposte alle domande da 1 a 5 del Foglio di lavoro (e aver trovato almeno tre esempi per ogni rigiro), rigira l’affermazione n. 6 usando “Sono disposto a …” e “Non vedo l’ora di …”
Per esempio, “Non voglio mai più litigare con Paul” si rigira in “Sono disposta a litigare con Paul” e “Non vedo l’ora di litigare con Paul”. Perché non ne vedresti l’ora?
L’affermazione n. 6 ci invita ad abbracciare tutta lla vita senza paura, e ad essere sempre aperti alla realtà. Se litigherai di nuovo con Paul, bene. Se fa male, scarica un altro Foglio di lavoro — Giudica il prossimo e indaga i pensieri che non hai guardato abbastanza a fondo. I sentimenti sgradevoli sono soltanto segnali che ci stiamo attaccando a qualcosa che potrebbe non essere vero per noi. Ci avvertono quando è ora di individuare i pensieri stressanti e fare Il Lavoro.
Finché non riesci a vedere il nemico come amico, il tuo Lavoro non è finito. Questo non significa che devi invitarlo a cena. L’amicizia è un’esperienza interiore. Forse non lo vedrai mai più, potrai persino divorziare da lui, ma quando pensi a lui, provi stress o pace?
Nella mia esperienza, basta una sola persona per avere una relazione riuscita. Mi piace dire che io ho il matrimonio perfetto, e non posso sapere davvero che tipo di matrimonio ha mio marito (benché mi dica che è felice anche lui).
Esempi di rigiri
Ecco altri esempi di rigiri:
“Lui dovrebbe capirmi” si rigira in:
– Io dovrei capire me stessa.
– Io dovrei capire lui.
-.Lui non dovrebbe capirmi
“Ho bisogno che lui sia gentile con me” si rigira in:
– Ho bisogno di essere gentile con me stessa
– Io ho bisogno di essere gentile con lui.
-.Non ho bisogno che lui sia gentile con me.
“Lui non è amorevole con me” si rigira in:
– Io non sono amorevole con me stessa
– Io non sono amorevole con lui.
– Lui è amorevole con me. .
“Paul non dovrebbe urlarmi” si rigira in:
– Io non dovrei urlare a me stessa.
– Io non dovrei urlare a Paul.
– Paul dovrebbe urlarmi.
Libri di Byron Katie
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