Esistono, nel mondo, dei libri maledetti che una sorta di “Santa Alleanza contro il sapere” ha combattuto aspramente dai tempi più remoti fino ai nostri giorni.

Yves Naud

Le “Stanze di Dzyan” è un antichissimo testo orientale scritto in una lingua pre-ariana ora completamente dimenticata, il “senzar”. Tale libro sarebbe stato dettato dagli Atlantidi, ossia i membri della quarta razza “creata” sul nostro pianeta dagli dèi “costruttori” provenienti dallo spazio, e poi distrutta da un’ immensa catastrofe e sommersa dalle acque di un Diluvio (mentre la razza attuale, alla quale noi apparteniamo, sarebbe la quinta della serie). Del libro se ne parla per la prima volta in occidente per opera di Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, che riporta il risultato dei suoi studi nel commentario facente parte della sua opera “La Dottrina Segreta”.

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Helena Blavatsky 1831-1891

Accenni al “Libro di Dzyan” esistono però già prima della mistica russa, anche se si tratta di notizie chiaramente di seconda mano: ne parlano, fra l’altro, il matematico e astronomo francese Jean Sylvain Bailly (1736-1793), alla fine del XVII secolo, e un occultista, sempre francese, Luois Jacolliot (1837-1890), nel secolo successivo.
Scrive lo studioso Valentino Compassi nel suo libro “La colonna di fuoco. Origine interplanetaria delle religioni”: (1*)

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Jean Sylvain Bailly

Esiste un Libro Sacro, custodito nel Tibet più segreto, che si chiama “Le Stanze di Dzyan”: esso è un vorticare di altissima e remota tecnologia e il suo contenuto spazia dalla creazione dell’Universo visibile, alla meravigliosa comparsa di Esseri celesti sulla Terra e quindi alla formazione dell’essere umano con vari esperimenti di strabiliante ingegneria genetica, da parte di questi esseri. Il magnifico Libro ha ben poco di misticismo; inviolabile nella sua copia originale, è anteriore al nostro mondo ed è stato scritto con la “lingua degli Dei”. I suoi grandissimi fogli sono di colore nero e densi di simbolismi a caratteri d’oro zecchino; è un libro colossale, pesantissimo, chiuso alla maniera tibetana tra due spesse tavole, ma sono tavole di oro purissimo e magistralmente cesellate. Le “Stanze di Dzyan” è un Libro Sacro magnetico nel senso che, appoggiando il palmo della mano sinistra sui suoi simboli profondi e avendo l’animo e la mente completamente scevri da qualsiasi impurità, si vedono passare avvenimenti, si odono voci, si percepiscono segreti svelati.

 

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La sede del  “Temple of the People” ad Halcyon in California

Le “Stanze di Dzyan” si compongono di due parti: “Cosmogenesi” e “Antropogenesi” . Nella prima parte viene descritta la storia dell’Universo e come l’energia primaria abbia dato origine all’universo, mettendo in rilievo il fatto che il cosmo odierno e il tempo che stiamo vivendo è una delle tante possibili manifestazioni dell’energia stessa, che ciclicamente distrugge e poi si rigenera.
Nella seconda viene trattata l’origine dell’uomo e la sua evoluzione fino alla catastrofe che avrebbe distrutto Atlantide. L’aspetto particolare, riguarda la formazione dell’essere umano, esso sarebbe stato creato grazie a vari esperimenti di ingegneria genetica, da parte di esseri divini, venuti da altro pianeta. divisi in due gruppi i “Costruttori” e i ” Riformatori”, venuti sulla Terra per costruire una forma di vita intelligente.
Il volume della Teogenesi, fu trasmessa tramite la mediazione del Tempio del Popolo, e pubblicata per la prima volta sulle pagine del ‘Temple Artisan’e contiene le Stanze addizionali che erano state promesse alla fratellanza dei discepoli della Religione Saggezza. Trasmessa telepaticamente dagli stessi Maestri ai quali Madame Blavatsky dedicò la sua vita e il proprio lavoro, Teogenesi costituisce la terza sezione del sacro Libro di Dzyan da cui furono trascritte le Stanze originali, e illumina il sentiero evolutivo dell’uomo, poiché egli è guidato, diretto e protetto dai Poteri Divini che lo crearono.
Nel libro è possibile ritrovare interessanti allacciamenti con le più moderne teorie sull’origine dell’Universo. È altresì descritto come trovi il suo posto in questo contesto evolutivo anche una componente spirituale, che sta alla base della formazione della materia, come predicato da varie religioni.

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Uno dei grafici contenuti all’interno del libro “La Dottrina Segreta”

Queste doverose, brevi premesse, prima di cominciare lo studio di alcune descrizioni contenute nell’Antropogenesi delle Stanze di Dzyan: diremo ancora che il termine Dzyan deriva certamente da Dhyâni, Dei planetari.

Formatori e costruttori che, assieme ai Lhâ, Dei celesti con poteri sovrumani e ai Lhâmayn, Dei risplendenti inferiori, misero ordine sul pianeta Terra e cominciarono a costruire le razze umane, alcune distrutte perché mal riuscite, fino a giungere alla Quinta Schiatta, che tuttora alberga sulla Terra.

Allora i costruttori, indossate le loro prime vestimenti, discendono sulla terra radiosa e regnano sugli uomini che sono loro stessi (Stanza VII-7).

Soffermandoci sul termine ‘allora’, viene spontaneo osservare che trattasi di un’azione consequenziale, cioè il succo, il riepilogo, seguito da una decisione, di una lunghissima preparazione al disegno programmato da una civiltà planetaria, di colonizzare il pianeta Terra. L’interpretazione di questa frase suona così:

Dopo la suprema decisione, i cosmonauti, che avevano il compito di formare una Razza umana, atterrarono sul pianeta Terra in pieno giorno e da quel momento essi sono capi e re della futura Razza terrestre da loro formata e costruita.

I «Costruttori» erano scesi sulla Terra dopo che il Pianeta aveva subito sconvolgimenti catastrofici e dopo la comparsa di Razze mostruose sulla sua superficie.

La ruota girò per trenta ore ancora… dopo trenta ore si rivolse… essa creò dal prprio grembo. Sviluppò uomini acquatici terribili e malvagi… I Dhyâni vennero e guardarono. I Dhyâni vennero dal lucente padre-madre, dalle regioni bianco latte, dalle dimore dei mortali immortali… essi furono malcontenti… non Rûpa adatti per i nostri fratelli del quinto. Non dimore per le vite… e le fiamme vennero. I fuochi con le scintille… I Lhâ dall’alto ed i Lhâmayn dal basso vennero. Essi uccisero le forme che avevano due e quattro facce. Combatterono contro uomini-capra e contro uomini dal capo di cane e contro gli uomini dal corpo di pesce (Stanza II-6).

Tenendo presente che il termine Rûpa sta ad indicare modelli, forme e che il termine crora indica un tempo di milioni di anni, la nostra interpretazione suona così:

La Terra giurò vorticosamente ancora per molti milioni di anni, quindi si ribaltò… Dopo la catastrofe sorsero degli Esseri acquatici terribili, dal grembo della Terra. I Dyhâni vennero dalle luminose profondità dello spazio, dalle dimore dei mortali-immortali e non furono contenti: «Qui non ci sono forme adatte alla vita; non c’è possibilità per i nostri fratelli del Quinto pianeta». E decisero. Cominciarono a vomitare fuoco, coadiuvati dalle forze di aria e di terra. I mostri furono uccisi: gli uomini-capra e gli uomini dalla testa di cane scomparvero, così come gli uomini dal corpo di pesce…

Considerazioni: la descrizione che la Terra si ribaltò è quanto mai veritiera. Il papiro Haris (1.300 a. C.) fa riferimento ad una «catastrofe di fuoco e di acqua che provocò il rivoltarsi della Terra»; il papiro Ipuwer (1.250 a. C.) precisa che «il mondo prese a girare a rovescio come se fosse una ruota del vasaio e la Terra si è capovolta»; il papiro Hermitage (1.700 a.C.) afferma che «il mondo si è capovolto» e per finire l’antichissimo testo indù Visuddhi Magga sostiene che la Terra venne scrollata, si capovolse e un ciclo del mondo ne rimase distrutto. Dopo aver descritto la prima e la seconda Razza, rispettivamente Esseri formati da un connubio tra appartenenti a un pianeta giallo e altri di un pineta bianco nonché i prodotti «per germinazione ed espansione, l’A-sessuale della senza sesso» (vedi essere androgino), il Sacro Testo passa a descrivere la formazione della Terza e Quarta Razza:

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Il Papiro di Ipuwer esposto oggi al National Museum of Antiquities a Leida, nei Paesi Bassi.

Il bianco cigno della volta stellata adombrò la grande goccia. L’uovo della Razza futura, l’uomo-cigno della Terza che venne più tardi. Prima maschio-femmina, poi uomo e donna… (Stanza VI-22).

La bianca costellazione del Cigno dunque, adombrava la Terra (Grande goccia), allorché fu costruita la Terza Razza che venne appunto chiamata Razza-Cigno; una Razza diretta discendente dall’Essere androgino. Infatti viene specificato che mentre prima esisteva l’Essere Maschio-Femmina (cioè bisessuale), dopo l’intervento si ebbe lo stesso Essere che era diventato due, cioè Uomo e Donna.

Ma ecco una descrizione più dettagliata:

Gli animali si separarono per primi; essi cominciarono a far Razza. L’uomo duplice si separò pure. Egli disse: «Facciamo come loro, uniamoci e formiamo delle creature». E così fecero… e generarono dei, mostri. Una Razza di mostri deformi coperti di pelo rosso, che camminavano a quattro zampe. Una Razza muta perché l’onta non fosse narrata (Stanza VIII, 31-32).

Questo secondo intervento dei Formatori e dei Costruttori fu quindi dapprima sperimentato sugli animali e poi sull’Essere androgino, che era sì intelligente ma, come vedremo, non poteva dirsi ‘ragionevole’. Anche questo Essere, divenuto due, cominciò ad accoppiarsi come del resto facevano da tempo gli animali e diede origine a una Razza di Mostri, che camminavano a quattro zampe ed erano coperti di pelo rosso. Una razza muta, perché l’onta non fosse narrata!

 

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Pliopithecus

Dobbiamo ricordare che anche il Popol Vuh, la meravigliosa Bibbia del popolo Quiché del Guatemala, fa menzione di questa Razza ‘mostruosa’. Quest’opera, chiamata anche Libro del Consiglio, Libro Sacro, Popol Buj, Libro nazionale dei Quiché, fu scoperta nei meandri del Santuario di San Tomas Chichicastenago da padre Francisco Ximenes e venne tradotta nel 1701. Il prezioso manoscritto contiene le credenze e le cognizioni cosmogoniche di quel popolo, dalle sue origini fino al 1550 circa; viene chiaramente menzionata la «faccia rotonda della Terra» e la creazione dell’Universo (che rispecchia le descrizioni degli antichissimi Veda dell’India antica!). Il Popolo Vuh descrive una razza di uomini ‘sbagliati’ che vennero annientati senza misericordia dai Formatori, per la loro pessima riuscita; poi subito passa a descrivere le scimmie: e dicono che i loro discendenti siano le scimmie che vivono oggi nelle foreste… perciò la scimmia rassomiglia all’uomo, come ricordo di una creazione umana di uomini che altro non erano se non fantocci di legno…

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Il Santuario di San Tomas di Chichicastenago, qui nel 1702 padre Francisco Ximénez scoprì una delle copie tradotte del manoscritto del Popol Vuh

 

Ravvisiamo nella descrizione ‘fantocci di legno’ un Essere privo di mente, quasi un robot; quindi una creazione priva di qualsiasi sentimento. Prende quindi consistenza la nuova teoria secondo la quale sono le scimmie a derivare da una Razza di uomini sbagliati e non l’Uomo a derivare da un branco di animali pelosi, stupidi e, secondo la scienza ufficiale, ribelli alla loro natura e traditori dei loro più naturali e normali istinti animaleschi. Carleton S. Coon nel suo “Storia dell’uomo”, scrive: appare oltremodo sbrigativo nel descrivere l’origine dell’uomo terrestre da un branco di scimmie che, stanche di vivere sugli alberi e di magiare frutta, cominciò a vivere al suolo e a mangiare carne! Nemmeno un animale in cattività tradisce i suoi intimi istinti. È come se noi affermassimo categoricamente che in un lontano futuro, un branco di cani stancatisi di vivere a terra cominciassero a salire sugli alberi a mangiare banane e frutta.

Carleton S. Coon
Carleton S. Coon 1904-1981antropologo fisico americano. Professore di antropologia all’Università della Pennsylvania , docente e professore all’Università di Harvard, è stato presidente dell’American Association of Physical Anthropologists. Coon fu l’autore dell’ipotesi multigenica. Questa ipotesi, pubblicata in The Origin of Races, sostiene che l’Homo sapiens si sia evoluto dall’Homo erectus passando attraverso il Neandertal, fino all’Homo sapiens non una sola volta, ma cinque volte in ogni propria area geografica.

Dopo l’esperimento della Terza razza, ecco che le Stanze di Dzyan passano alla descrizione della formazione della Quarta:

Vedendo la qual cosa i Lhâ, che non avevano costruito uomini, piansero dicendo: Gli Amanâsa hanno disonorato le nostre future dimore…insegniamo loro meglio perché di peggio non avvenga… Così fecero. Allora tutti gli uomini divennero dotati di manas… La quarta razza sviluppò la parola (Stanza IX, 33-34-35-36).

Questa volta non i Dyhâni ma i Lhâ, Dei celesti con poteri sovrumani, restarono delusi dalla riuscita di questo terzo esperimento che aveva generato degli Esseri Amanâsa, cioè senza Manas, senza mente. E allora corsero ai ripari: aggiunsero qualcosa per cui la Terza Razza sviluppò la parola e divenne così la Quarta razza che, se pur non proprio gradevole dal punto di vista estetico, divenne intelligente.

Ma ecco che l’intelligenza sviluppò evidentemente anche la malignità e la cattiveria per cui ricominciarono i guai:

La Terza e la Quarta divennero gonfie di orgoglio: Noi siamo i re, noi siamo gli dei. Essi presero mogli belle a vedere. Mogli dai senza-mente, da quelli dal capo schiacciato: essi generarono dei mostri, demoni malvagi maschi e femmine, anche Khado, con piccole menti… (Stanza X, 40-41)..

Si deve quindi dedurre che la Terza Razza, mal riuscita, non fu annientata ma fu rifinita e modificata; tuttavia molti esemplari dovettero rimanere, specialmente donne, per cui da questi accoppiamenti si generò una Razza cattiva con la comparsa di Khado, ovvero Esseri inferiori con piccole menti.

Ricapitolando: dalla Terza Razza modificata (cioè dotata di mente) si ebbero due specie: una originata da accoppiamenti di appartenenti dalla Terza modificata e una originata da accoppiamenti dalla Terza modificata con donne della Terza non rifinita.

Avvenne quindi che la Quarta Razza, invece di progredire, ottenne dei processi involutivi fisici e mentali rispetto alla dotazione del Manas, difatti il senso della ragione, a poco a poco, fu adoperato sempre più per scopi anormali e malefici:

Eressero templi al corpo umano. Essi adorarono il maschio e la femmina. Allora il terzo occhio cessò di funzionare… (Stanza X, 42).

Il senso della ragione quindi, era servito esclusivamente ad erigere Templi al porto umano, ad abbrutirsi in una errata Religione e ad atrofizzarsi nel ‘culto di se stessi’: fu una Razza forte ma tuttavia malvagia, che dimenticò ben presto i propri Costruttori.

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Uomini giganti vengono citati anche nella Bibbia: ” C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi.” Genesi 6-4

 

Fu questa la famosa Razza dei Giganti:

Essi fabbricarono immense città. Fabbricarono con terre e metalli rari dei fuochi vomitati, della pietra bianca delle montagne e della pietra nera. Essi scolpirono le proprie immagini, della propria grandezza e somiglianza e le adorarono. Essi fabbricarono grandi immagini, grandi nove yati, statura del loro corpo… (Stanza XI, 43-44).

Costruire immagini a propria grandezza e somiglianza adoperando lava (fuochi vomitanti), marmo (pietra bianca) e basalto (pietra nera) significa già essere in possesso di tecnologie avanzate; il costruirle poi alte nove yati, statura del loro corpo, sta ad indicare che quegli Esseri erano alti dagli otto ai nove metri.

Infatti 1 Yati è pari a 3 piedi, il che significa un totale di ben 27 piedi; sviluppando le indicazioni:

Piede romano antico

– 0, 2960 m = 29,60 cm x 27 = 799,2 cm = 8 m

Piede parigino

– 0,3268 m = 32,68 cm = x 27 = 822,36 cm = 8 m e più.

Piede inglese

– 0,3047 m = 30,47 cm = x 27 = 822,69 cm = 8 m

Se volessimo poi prendere una misura ad occhio, nel senso di calcolare il piede con una media di 25 cm, il risultato sarà 25 x 27 = 675 cm pari a circa 7 m.

Ma continuiamo la presentazione delle Stanze di Dzyan, riguardo la scomparsa della Quarta Razza:

L’acqua minacciava la Quarta. Le prime grandi acque venero. Esse inghiottirono le sette grandi isole. Tutti i santi salvati, gli empi distrutti. Con questi, molti degli animali colossali prodotti dal sudore della terra…(Stanza XI, 45-46).

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Pietro Liberi “Diluvio Universale” 1661

Si fa quindi espresso riferimento ad una catastrofe avvenuta sul pianeta Terra nella notte dei Tempi, per cui potrebbe essere sia il ben noto Diluvio universale, sia la scomparsa del continente di Atlantide, sia la caduta di un immenso meteorite e sia l’esplosione e la disintegrazione di un intero pianeta del sistema solare. Per quanto riguarda il Diluvio, merita una breve relazione gli studi effettuati sulla scomparsa di Atlantide e sulla disintegrazione di un grande pianeta del nostro sistema.

Per quanto riguarda la scomparsa di Atlantide, riporteremo quanto scritto nel manoscritto Troano:

Nell’anno 6 del Kan, l’11 Muluc del mese di Zac, si produssero tre tremendi terremoti , che continuarono senza interruzione fino al 13 Chuen. La contrada delle Colline d’Argilla e il paese di Mu furono sacrificati. Dopo essere stati squassati in due riprese, disparvero improvvisamente durante la notte; le forze vulcaniche facevano abbassare e sollevare continuamente il suolo in parecchie località, finché cedette e le contrade furono di conseguenza separate le une dalle altre e poi disperse. Non potendo esse resistere alle tremende convulsioni, si sommersero, trascinando con sé 64.000.000 di abitanti.

Ciò accadde ottomila anni prima della composizione di questo libro.

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Charles Etienne Brasseur de Bourbourg 1814-1874 è stato un archeologo e etnografo belga. Si ritiene che abbia decifrato  il Codice Troano , un manoscritto maya, applicando il metodo inventato nel Cinquecento da Diego de Landa.

Il manoscritto Troano data 1.500 anni a. C. e venne tradotto dall’abate Charles Etienne Brasseur de Bourbourg nel 1864; ha quindi 11. 490 anni [cioè, nel 2020, è antico di 11.520 anni]. Riferendoci all’esplosione di un intero pianeta del sistema solare diremo che Thomas van Flandern, affermò nel 1976, dopo minuziosi calcoli effettuati sulle orbite di 60 comete, che 16 milioni di anni fa esisteva un grande pianeta situato fra Marte e Giove, e che si disintegrò a causa di una violentissima esplosione, scaraventando nello spazio un’immensa quantità di frammenti che oggi formano le ben note fasce di asteroidi. Anche il grande Giovanni Keplero (1571-1630) nelle sue Leggi osservava: Tra Marte e Giove io colloco un pianeta.

Nel capoverso in esame si fa anche implicito riferimento alla scomparsa di animali colossali, il che dovrebbe equivalere alla cosiddetta scomparsa dei dinosauri: un modo come un altro per indicare la scomparsa di tutta la vita sulla Terra.

Il discorso diventa un po’ complicato quando si prende in esame la frase: Tutti i santi salvati, gli empi distrutti. Forse si allude alla salvezza dei prescelti (tipo Noé) tuttavia non si menzione a costruzioni di mezzi speciali atti a portare in salvo coloro che avrebbero dovuto perpetuare i contatti tra la razza terrestre dei sopravvissuti e le Divinità Costruttrici.

La Quinta Razza, quella presente sulla Terra, sembra non abbia ricevuto alcun intervento di ingegneria genetica; è rimasta quella uscita malconcia, ma salva, da una catastrofe procurata. Una Razza che si avvaleva di alleanze e patti con gli Dei, visti i precedenti e fallimentari tentativi; una Razza presumibilmente mista ad incroci con le stesse Divinità per cui potrebbero essere sorte due Stirpi: una direttamente apparentata con gli Esseri superiori ed una prettamente terrestre. Dimostrare questa ipotesi è difficile o quanto meno richiederebbe fiumi d’inchiostro (…).

Dopo la catastrofe ecco la discesa degli Dei, contenti per quella loro selezione e appagati forse, nella loro vendetta:

La Quinta prodotta dalla santa schiatta rimase: era governata dai primi re divini. I serpenti che ridiscesero, che fecero pace con la Quinta, che l’ammaestrarono e l’istruirono… (Stanza XII, 48-49).

Ecco quindi gli Dei che, nella loro infinita pazienza, ridiscendono tra i sopravvissuti per portare Leggi e impartire direttive ma anche per comminare esemplari punizioni e scatenare guerre…

Sono Essi che hanno dato inizio alle religioni del Mondo. (tratto da “Il malefico « Libro di Dzyan » e la storia proibita dell’umanità ” di Francesco Lamendola) 

 

L’analisi di Valentino Compassi è dettagliata, attenta, ricca di collegamenti tra i vari testi religiosi e storici giunti ai giorni nostri.  E non manca di osservare con spirito critico la componente scientifica. Ad oggi, non possiamo dire di conoscere la storia del mondo, sappiamo pochissimo del nostro passato. Abbiamo creato una sorta di “storiografia ufficiale” eternamente in bilico e a rischio di essere smontata dalle tante scoperte che poco si adattano alla narrativa imperante. Non è un caso che tutto ciò che mal si accorda o non combacia con la “versione ufficiale” della storia, finisce per essere bollato per finzione o coperto con il velo della menzogna.  “Il libro di Dzyan” spiegherebbe molte cose sulle origini della vita sulla Terra, confermando le varie ipotesi che ormai si succedono da tempo circa creature aliene che avrebbero “creato”  una serie di razze sul nostro pianeta. Qual è la realtà non ci è dato saperlo, nessuno di noi ha la chiave assoluta della verità, possiamo però ampliare il nostro sguardo e osservare “da altri punti di vista”. Il tempo, forse ci darà le risposte… forse…

 

Rossella Tirimacco

 

 

Citazioni e fonti :

H.P. Blavatsky “The Secret Doctrine” 
Francesco Lamendola “Il malefico « Libro di Dzyan » e la storia proibita dell’umanità “
Iside Svelata                                                                                                                            Teogenesi