Io credo che siamo liberi, entro certi limiti, eppure sono convinto che c’è una mano invisibile, un Angelo guida, che in qualche modo come un’elica sommersa, ci spinge avanti.

Rabindranath Tagore

Che siate credenti o meno, che siate cristiani o ebrei, cattolici o islamici, la rappresentazione degli angeli e degli arcangeli è così impressa nel nostro DNA che basta semplicemente nominarli per evocarne subito l’immagine.
Gli angeli, come tutte le figure che accompagnano la storia dell’uomo hanno subito un’evoluzione: da semplici forze naturali, diventano rappresentazioni antropomorfe che vanno dalle divinità alle creature sovrannaturali, esse sono una parte essenziale della nostra cultura e della nostra psiche.

All’inizio della storia dell’umanità, vi erano gli spiriti della natura benefici che presiedevano i vari elementi. Ad essi si contrapponevano gli spiriti diabolici, incarnazione del male, le cui immagini compaiono già nelle prime pitture rupestri della preistoria.
Secondo alcuni, gli Angeli deriverebbero dai “mani”, cioè le anime divinizzate dei defunti; presso molte culture, infatti, si ritiene che gli spiriti umani, dopo la morte divengano protettori dei viventi, evolvendosi gradatamente verso forme sempre più elevate nella gerarchia celeste. Il punto d’inizio, di una vera e propria storia angelica è da reperire presso le religioni del Medio Oriente, dove trova un rigoglioso sviluppo l’idea di entità intermedie tra la dimensione umana e quella divina.
Ed è proprio da qui che si dipana il filo che collega le mitologie ariana, assiro-babilonese, egizia, iranica, greca, gnostica, ebraica, cristiana e islamica.

A prescindere dall’approccio archeologico che tanto può raccontarci sulla questione angelica, l’aspetto umano e spirituale è forse quello che più può avvicinarci ad un tema così profondo.
Perché ancora oggi, in un mondo che sembra aver dimenticato la componente spirituale dell’uomo stesso, queste figure suscitano un forte richiamo? Solo una questione religiosa, intesa come dottrina? Solo una tradizione che fa parte di un passato biblico? O c’è dell’altro?
Scrive Sant’Agostino :“Di ogni cosa visibile in questo mondo si occupa un Angelo.
Gli Angeli sono spiriti, ma non è il fatto di essere spiriti a renderli Angeli. Divengono Angeli quando vengono mandati.
Il nome Angelo, infatti si riferisce alla loro funzione, non alla loro natura. Se chiedete il nome di questa natura, allora è spirito; se chiedete il loro ruolo, allora quello è Angelo, che vuol dire messaggero”

Le Gerarchie Celesti e la loro sfera d’azione

Quindi secondo uno dei più grandi Dottori della Chiesa, gli angeli son dei messaggeri.
Ma di chi, o di cosa?
Ma soprattutto, cosa è davvero importante, il “messaggero” o il “messaggio”?
A quanti è capitato di essere stati salvati “quasi per miracolo”, che sia stato un semplice aiuto o una rivelazione che vi ha aiutati ad uscire fuori dal buio?
Molti individui raccontano di percepire la presenza di entità spirituali che si prendono cura di loro.
A volte gli angeli comunicano ripetutamente, usando manifestazioni e messaggi, che possono essere visti, ad esempio, come una semplice scritta su un muro, o una frase raccolta sulla pagina di un libro. Spesso le coincidenze sono così nette, che si arriva a mettere in dubbio quanto sta avvenendo intorno a noi e che certi fenomeni siano del tutto casuali.
Quando i messaggi restano così inascoltati, può capitare di ricevere segnali ancora più forti al punto da restarne turbati. Solo quelle combinazioni o coincidenze che Jung definisce “sincronicità”.

Gli Arcangeli

In particolare, di tutta Gerarchia Celeste fatta di Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà, Principati e Angeli, sono gli Arcangeli quelli più noti alla gran parte della popolazione.
Seppur le letture delle diverse culture e religioni si discostino tra di loro, il filo conduttore che li lega all’essere umano è il medesimo.
Sono infatti gli Arcangeli quelli a cui il nostro inconscio attribuisce maggior significato.
Sono i cosiddetti “messaggeri” di Dio.

Sebbene gli Arcangeli non abbiano una posizione elevata nella gerarchia celeste, Dionigi l’Areopagita e i padri della Chiesa li collocano nella terza e ultima Triade. Tre di loro si sono così elevati nel corso dei secoli, tanto da essere riconosciuti nella tradizione popolare come figure potenti in grado di sostenere l’uomo di fronte a missioni e situazioni cruciali.

Arcangelo Michele

Arcangelo Michele: è il capo della milizia celeste, combatte contro suo fratello Lucifero e la schiera degli angeli ribelli che lo accompagnano. Questa figura così possente nell’atto di distruggere il demone con la sua spada nella mano destra, simboleggia la potenza del cambiamento e della liberazione. Spesso nell’iconografia ufficiale, Michele viene rappresentato con una bilancia a ricordare l’equilibrio delle cose. Dal sistema solare all’equilibrio interiore dell’essere umano, Michele gioca infatti, un ruolo di grande equilibratore, questo in una visione in cui il Sole simboleggia il cuore e il centro dell’individuo, così come è il centro del sistema solare (“com’è in alto così in basso, com’è dentro così è fuori” Trimegisto docet”).
Michele trionfa sul drago, ma non lo uccide completamente. Quest’ultimo infatti, pur essendo una rappresentazione del male, dev’è essere piegato, ma non può essere distrutto del tutto, in quanto funzionale all’evoluzione dell’uomo “Il bene e il male sono due facce della stessa medaglia”.
Secondo la visione biblica, l’arcangelo Michele sarà colui che squillerà la tromba annunziatrice del gran giudizio finale.

Arcangelo Raffaele (Tiziano “L’Arcangelo Raffaele e Tobiolo)

Arcangelo Raffaele: riconosciuto come regnante sia sui Serafini che sugli Angeli Custodi, viene menzionato come uno dei “Sette Angeli che sono sempre pronti davanti al trono del Signore” (Tobia 12,15- Apocalisse 8.2). Egli è colui che guida gli Angeli nella nostra intimità.
Raffaele è l’arcangelo dell’amore sponsale e della salute. Il nome stesso significa appunto “È Dio colui che guarisce”. Nel libro di Tobia Raffaele appare in forma umana col nome di Azaria al giovane Tobiolo per guidarlo in un compito che gli era stato affidato dal padre ormai cieco di riscuotere un credito che questi aveva lasciato in una città della Media. Portata o compimento la sua missine, Raffaele si rivela, dichiarandosi “uno dei sette spiriti che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore” e incaricando di scrivere l’accaduto.

Arcangelo Gabriele (Paolo de Matteis “L’Annunciazione”)


Arcangelo Gabriele: è lui l’arcangelo “annunciatore”, è il messaggero il cui nome deriva dall’ebraico e significa: “potenza di El”.
Nel Nuovo Testamento sarà Gabriele ad annunciare a Zaccaria la nascita del figlio Giovanni (il Battista) e a Maria di Nazareth la nascita di Gesù (Luca 1:11-20).
Nel Vecchio Testamento, egli diresse la punizione divina contro Sodoma. Una delle sue missioni è anche quella di far maturare i frutti. Egli inoltre è lo scriba celeste, ed è colui che rivela la profezia dei sogni profetici. Secondo il Giudaismo, è di Gabriele la voce che disse a Noè di prendere gli animali prima del grande diluvio, ed è sempre Gabriele la voce del roveto ardente, l’invisibile forza che evitò ad Abramo di uccidere Isacco.

I pensieri creano la realtà

Questi sono gli Arcangeli, e ho riportato un sunto della loro lunga storia che merita di essere riletta su più punti di vista.
Per il momento osserviamoli con gli occhi di un esploratore che cerca di comprendere il mondo angelico e le sue funzioni nella vita dell’uomo.
Un passo per volta.
Oggi 29 Settembre si festeggiano gli Arcangeli Michele, Raffaele, Gabriele. Dal punto di vista religioso, queste forze, entità, spiriti, messaggeri, chiamateli come credete sono più vicine a noi, e in un momento come quello che stiamo attraversando affidarsi a loro come guida, e nutrirsi delle loro virtù, può essere di grande aiuto.
I rituali e i simbolismi hanno avuto da sempre un forte impatto sulla vita dell’uomo.
I pensieri creano la realtà, e lì dove sono i nostri pensieri, lì dov’è la nostra energia si manifesta il “mondo reale”.

Rossella Tirimacco

Citazioni e fonti: P. Olivier, A. Penna- Surabhi E. Guastalla “Il Grande Libro degli Angeli”