«La potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri. Il processo secondo cui ciò avviene, non è tanto quello dell’atrofia o della perdita improvvisa di determinate facoltà umane ‐ ad esempio quelle intellettuali ‐ ma piuttosto quello per cui, sotto la schiacciante impressione prodotta dall’ostentazione di potenza, l’uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia così, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano.»

Dietrich Bonhoeffer (Teologo luterano tedesco, simbolo della resistenza contro il nazismo)

Poco tempo fa ho ricevuto questo messaggio (in foto) sul mio cellulare. A dire il vero ne ho ricevuti diversi da parte di istituti e saloni che mettevano al corrente la clientela delle nuove disposizioni nazifasciste. Il messaggio in questione circola anche su Facebook e sui social in genere, si tratta di un semplice copia-incolla per mettere in chiaro chi potrà e chi non potrà entrare nei locali in questione.


Dal divieto d’ingresso a coloro che non indossavano la mascherina, al divieto d’ingresso senza green pass, il passaggio è stato breve. Le chiusure lente e ben studiate, con cui si è voluto mettere alle strette quella parte di popolazione che per scelta, o per paura o per impossibilità oggettiva non si sono vaccinate, hanno avuto inizio dall’estate scorsa. I primi esercizi commerciali sui quali è stato sperimentato la capacità di adattamento alla nuova schiavitù sanitaria sono stati i ristoranti, le palestre e i bar, dove però un caffè in piedi fino a qualche giorno fa era ancora concesso. Ad oggi la limitazione delle libertà personali è pressoché una norma del vivere quotidiano, la democrazia è stata sepolta e con essa la libertà e i valori fondanti della nostra Costituzione.

L’accettazione di leggi insensate e folli hanno avuto la meglio sulla ragione e milioni di cittadini si sono così limitati ad eseguire gli ordini più assurdi barattando così la propria libertà con un caffè, una pizza e un’ora di palestra, ad esempio.

In meno di 24 ore dall’ultimo decreto, diversi esercizi si sono così nuovamente allineati ad una legge ingiusta e discriminatoria e subito senza riflettere sull’impatto emotivo che avrebbero avuto certe comunicazioni così fredde e anonime, si sono affrettati ad inviare questi messaggi alla propria clientela.
Il mio punto di vista è quello di una delle persone “privilegiate” che attualmente può entrare ovunque senza dover fare il tampone e spendere quindi quindici euro per entrare in uno studio estetico o da un parrucchiere/.
Ma il mio, come quello di milioni di altri italiani, è un “privilegio” a tempo. A scadenza.
Tra qualche mese, la mia presunta libertà di poter entrare ovunque che mi è stata “gentilmente” concessa, verrà ritirata, e per tornare di nuovo libera, occorrerà che io mi pieghi al ricatto di turno.

La mia presunta libertà poggia le basi sulla discriminazione di un altro essere umano. Un individuo come me, un cittadino italiano come me. Un cittadino che fino a ieri aveva tutti i diritti di entrare in un bar, in un ristorante, in una palestra senza dover esibire un lasciapassare.
Secondo voi, questa è libertà?
È accettabile?
Dal mio punto di vista, chiaramente no, proprio per questo e quindi “per scelta”, insieme a milioni di persone, ho deciso di disertare tutte le attività che richiedono il green pass.
Esatto, pur potendo entrare ovunque, da mesi ho deciso di disertare i ristoranti, ora ho chiuso anche con i bar e tra breve farò lo stesso con parrucchieri ed estetiste.
Chiunque richieda il green pass, sta rispettando la legge vigente ma sta violando la Costituzione e soprattutto sta violando la legge “UMANA”.


La giustificazione di chi si attiene a questa porcata si riassume con frasi del tipo: “siamo costretti, altrimenti ci fanno chiudere”.
Oggi sappiamo benissimo che le multe sono carta straccia e che finiranno tutte al macero, così come le chiusure, che in realtà e di fatto si rendono inapplicabili. Eppure da parte della gran parte della popolazione c’è questa sorta di rassegnazione che qualsiasi aberrazione venga lanciata da questi psicopatici che siedono al governo, subito viene accettata.
Senza battere ciglio.
Nessuna ribellione
Si accetta tutto, compresa la discriminazione più criminale.
Si dimentica tutto.
Persino che, ad esempio, che quella persona che non faccio entrare nel mio locale, magari fino al giorno prima ha mangiato e bevuto con me.
Si dimentica che quelle persone in passato, in pieno lockdown hanno cercato di aiutare i vari locali con gli asporti.
Si dimentica che in pieno lockdown quelle persone sono entrate nei locali di nascosto “per aiutare” economicamente diverse attività a mantenersi.
Si dimentica che quelle persone sono come me, e hanno i miei stessi diritti di cittadini italiani.
Si dimentica che con quelle persone, abbiamo riso e scherzato durante un trattamento o in una pausa caffè.
Si dimentica che non esistono figli di un Dio minore, ma sono i nostri gesti, le nostre azioni che rendono quelle persone tali,  come ad esempio vietare l’ingresso ai locali a chi è senza il green pass.
Ci hanno detto molte volte che siamo in guerra.
Vero, siamo in guerra.
Ma questa è una guerra non convenzionale.
È una guerra psicologica.
Non cadono le bombe, ma regna il caos e l’odio.
Famiglie che si separano, amici che non si ritrovano più, locali sull’orlo del fallimento, ragazzini privati del diritto alla scuola, allo sport e al gioco. Insegnanti, medici, poliziotti sospesi, e ora anche semplici lavoratori di colpo licenziati perché non vaccinati.
La sanità a pezzi e  curarsi oggi è diventato un lusso.
Tutto questo non è più normale.
Continuare ad accettare le imposizioni di un governo di cialtroni, che da inizio pandemia hanno dimostrato la loro totale incapacità nel gestire un problema inedito, è pura follia.
Per questo insieme a milioni di cittadini ho deciso di mettere in pratica il mio dissenso  di disobbedienza civile. Non abbiamo bisogno di armi, e aborriamo la violenza in tutte le sue forme.
Alla violenza a cui oggi è sottoposta una minoranza della popolazione noi rispondiamo attraverso gesti semplici e incisivi come il riorganizzarci in una rete di contatti ormai presente in tutta Italia “No- Green Pass e Liberi di Respirare”, dove i cittadini che credono ancora alla Costituzione, i veri soldati della resistenza mettono a disposizione le proprie competenze, le proprie capacità, i propri spazi, il proprio tempo a servizio di chi ne ha bisogno.
Alla violenza e alla discriminazione rispondiamo evitando locali e attività in cui viene richiesto il green pass.
Alla violenza rispondiamo tenendo sempre a mente i tanti esercizi commerciali e attività che ci hanno fatto entrare e per un alto senso di giustizia hanno rischiato per i propri ideali.
Alla violenza e discriminazione rispondiamo aiutando e supportando chi sta crollando o ha bisogno di aiuto.
Alla violenza e discriminazione rispondiamo tenendo alto l’onore della nostra Costituzione.

Alla violenza e discriminazione rispondiamo che la caccia alle streghe è finita da tempo e il popolo italiano rivendica il diritto alla propria libertà.

Come scrisse Dietrich Bonhoeffer “il potere dell’uno richiede la stupidità degli altri”. Siamo tutti noi insieme che oggi diamo il potere a questo orrore. La nostra stessa paura ci rende ciechi e stupidi, incapaci di agire e di riprendere a vivere. Bisogna sempre capire da che parte stare e se le nostre azioni sono una diretta conseguenza della nostra momentanea stupidità o se derivano da un pensiero logico-cognitivo.
Concludo con un pensiero dedicato ai tanti che chiudono gli ingressi ai “figli di un Dio minore” :
tra breve tutto questo crollerà e il green pass sarà solo un orribile ricordo duro da dimenticare, e noi  dovremo fare i conti con il passato. Ci toccherà guardare negli occhi le tante persone discriminate, le tante persone ferite nell’animo e nella sensibilità. Ci toccherà fare i conti con i tanti malati a cui sono state rifiutate le cure e molti di loro ci hanno rimesso anche la vita, ultimo il caso del bimbo nato in un parcheggio e morto dopo essere stato rifiutato dall’ospedale.

Ci toccherà incontrarci con le stesse persone che abbiamo ferito e spesso maltrattato, con le nostre azioni e le nostre parole.
Ci toccherà fare i conti con la nostra coscienza e soprattutto ci toccherà fare i conti con il perdono.
La tua azione può fare la differenza, perché sei tu che dai potere a tutto questo.
Pensaci bene prima di agire.

Rossella Tirimacco

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