Il modello fisico imposto dalla società odierna, vuole che donne e uomini abbiano una pancia piatta e un ventre duro. Stessa cosa vale per il resto della muscolatura, spesso portata ad uno stato di contrazione estrema. Ma davvero la “pancia piatta e un ventre duro”, o la famosa e tanto inseguita “tartaruga” siano un bene per noi?
Il nostro “sentire” le nostre emozioni passano principalmente per il corpo, quando un corpo è contratto, sapete cosa succede? Non riusciamo più a sentire le nostre stesse emozioni. Anche la sfera sessuale ne risente, dal momento che certe sensazioni passano per il ventre. L’inseguimento a tutti i costi di certi modelli estetici estremi, non ha nulla a che fare con un apparato fisico in buona salute e in forma. Questo vuol dire che non bisogna fare attività fisica? Assolutamente no! Parliamo semplicemente di mantenersi in forma si, ma capire le differenze tra un corpo contratto e un corpo sodo.
Ogni singola parte del corpo umano, non può essere vista scollegata dalla psiche, e così come la bocca può rappresentare la gioia, la tristezza, il disgusto, la rabbia, l’amore e tutta la serie di emozioni presenti nell’essere umano, allo stesso modo le altri parti del corpo manifesteranno all’esterno ciò che accade dentro.


La pancia sia a livello simbolico che a livello fisico svolge un ruolo fondamentale per la nostro corporeità e per la riproduzione della vita stessa.
La pancia è la terra che accoglie il seme e dove la vita umana ha la possibilità di svilupparsi e di crescere per poi “fiorire” quando sarà il suo tempo.
É  la pancia che rappresenta il femminile, il materno, ma anche la sessualità e la sensualità. Basti pensare, ad esempio alla danza del ventre nelle culture medio orientali dove le curve rotonde e sinuose fanno da cornice ad un ventre che assolve il ruolo di protagonista di un rito antico come la notte.

Mata Hari

É  la pancia che ci riporta alla nostra vita neonatale, quando la mamma ci accarezzava quella parte così morbida per far passare i “primi mal di pancia”, o ci metteva a pancia in giù sul suo ventre in modo da poter sentire il contatto con il suo e con il nostro corpo.
É  dalla pancia che sentiamo e impariamo la sazietà e la fame- è dalla pancia che sentiamo le colichette e le diarree.

Dalla pancia passa tutto, ogni sensazione e ogni emozione. Ed è proprio la pancia quella che oggi viene più martoriata e trascurata attraverso modelli estetici, e “abbellimenti” come ad esempio i piercing, che non tengono conto del ruolo naturale di questa preziosa parte del nostro corpo.
A seguito riporto alcuni stralci di un interessante articolo di Barbara Bovo dal titolo “Scuola di Psicoterapia: i Problemi e i Disturbi Psicosomatici nella Pancia”, dove vene appunto messo in rilievo il significato della pancia a livello psichico e come le emozioni influenzino il suo stato fisico.

[…]”Una pancia “in fuori” è ostentare Sicurezza (4 anni). Andare mostrando la pancia è un po’ non curarsi degli altri, sbattere loro in faccia il proprio star bene, godersi la propria pienezza.

Al contrario, la pancia “in dentro” è un trattenere le emozioni, un controllare soprattutto la paura. Il fiato è sospeso, il diaframma deve essere contratto; e perciò la pancia si ritira tutta all’indentro (2 anni di vita). D’altra parte la pancia conosceva già da prima la sensazione e gli effetti della paura, a partire dalle prime coliche del neonato, da quello sciogliersi e liquefarsi al di là della propria volontà. La paura ricompare nella pancia con queste stesse caratteristiche; non è un caso che sotto l’effetto della paura l’intestino abbia un moto violento, e che comunemente si dica che ci si “fa sotto” dalla paura.
Ci sono altre situazioni in cui la pancia non è morbida: a volte si indurisce in un farsi forza indispensabile in determinate situazioni (a partire dai 5-6 anni), in un dover resistere a tutti i costi. Anche la pancia, dunque, è una sede della forza, ma una forza meno attiva, più passiva.

Anche la rabbia può interessare il distretto della pancia; ma non è una vera e propria sensazione di rabbia quella che il bambino percepisce nella propria pancia. Sono piuttosto gli effetti della rabbia che si avvertono, sotto la forma di intense contrazioni simpaticotoniche prima, e vagotoniche dopo (a partire dai 2-3 anni). Ancora una volta si hanno coliche e diarree, questa volta causate dalla Rabbia: non come effetto immediato, ma quando la Rabbia è passata e “digerita”, e l’organismo si rilascia nuovamente dopo la forte contrazione.
La pancia è una “cavità” che può contenere al suo interno non solo il cibo ma anche l’amore per l’altro. Gli affetti li si vivono nella pancia. […]

In ogni caso, oggi l’attenzione alla pancia è fortemente presente: purtroppo prevalentemente come ossessione tutta occidentale di non farla aumentare troppo, di tenerla sotto controllo, di farla diminuire se esce al di fuori dei modelli imperanti. Oppure come rivendicazione al diritto di presenza di grasso in eccesso e di sovrappeso, che non è l’attenzione alla bellezza della pancia ma una difesa esageratamente contrappositiva alle pance contenute e ai modelli di magrezza.

Ma la pancia rimane comunque una parte importante del nostro corpo, connessa ad uno stato di benessere più generale, segnale importante della propria salute complessiva. E’ quindi giusto occuparsi della propria pancia e poterla curare per ridarle uno stato di salute pieno, che è anche uno stato di bellezza e armonia.

Qui di seguito daremo precisazioni e consigli su come recuperare condizioni di alterazione che non sono positive né nel senso estetico né nel senso della salute.

Di costituzione magra ma con la pancia troppo in dentro o un po’ troppo “tonda”

Innanzitutto, come abbiamo già detto, una leggera rotondità della pancia è normale, è segno di salute. Fino agli anni ’20 – ’30 (ma ancora di più nei secoli scorsi) le rotondità del ventre erano molto apprezzate e caratterizzavano i canoni di bellezza, soprattutto femminile: basti pensare ai quadri rinascimentali come esempio più evidente di pance ben rotonde.

Comunque una leggera rotondità può essere presente come segno di salute normale anche in chi ha una costituzione magra.

Pancia in dentro

Quando la pancia è troppo all’indentro, si può dire che siamo in presenza di un atteggiamento esagerato nel trattenere, nel ritirarsi. La respirazione per forza di cose diventa toracica (la pancia è spinta in fuori quando il diaframma si abbassa), e questo crea una condizione negativa di continua vigilanza e attivazione (dovute alla simpaticotonia che la respirazione toracica produce). La pancia in dentro, dunque, non solo finisce per non essere esteticamente piacevole ma è anche un chiaro segnale di un disfunzionamento di cui prima o poi emergeranno le conseguenze negative.

Consigli e alcune tecniche

Per migliorare questa condizione potrebbe essere sufficiente “lasciare”, smettere di tenere e trattenere, con l’aiuto di una vera e profonda respirazione diaframmatica: la pancia si solleva nell’inspirazione liberandosi a poco a poco della costrizione muscolare che la teneva trattenuta in dentro.

Pancia in fuori

Una pancia troppo portata in fuori è viceversa indice di una postura generale non corretta: il bacino è ruotato all’indietro e le spalle sono un po’ curve in avanti. La pancia troppo in fuori rappresenta un’espressione di una qual certa tracotanza, che in alcuni momenti può essere positiva ma che in altri è decisamente inadatta e negativa. Quante persone (in differenti culture), e specie gli uomini, assumono questo atteggiamento di tracotanza, questo atteggiamento di sicurezza e di superiorità! In alcune regioni di Italia si dice che “un uomo di pancia è un uomo di conseguenza”, vale a dire che pesa, che è importante, che agisce.

Consigli e alcune tecniche

Per ovviare a questa condizione esteticamente e clinicamente non positiva bisogna recuperare una postura ben eretta, in asse: la sola che esprime reale forza e tranquilla sicurezza.

Pancia gonfia

La pancia può essere troppo tonda, troppo gonfia (più che in fuori), anche in assenza di troppo cibo. Dobbiamo comprendere che i nostri stati d’animo hanno un’influenza immediata e diretta sui nostri organi interni. Possiamo allora sostenere che sono le preoccupazioni, le ansie, lo stress che la gonfiano. In alcuni casi si finisce per ingerire molta aria per il nervosismo, e lo stomaco si gonfia. Oppure può capitare che il colon si irriti per rabbia e ansia, e si gonfi facendo ingrossare la pancia. In quei momenti un pantalone e una gonna che andavano bene non si possono chiudere normalmente come prima. La pancia è tesa e dolente, spastica, tesa “come un tamburo”.

Consigli e alcune tecniche

Oramai si sa bene che per la pancia troppo tonda e gonfia è necessaria una corretta alimentazione: non mangiare troppi carboidrati come pane e pasta, molte verdure, pochi dolci e zuccheri, e una presenza equilibrata di proteine ad ogni pasto.

Ma uno degli interventi curativi più importanti (a pare l’alimentazione) è sciogliere l’ansia e lo stress. La calma permette di allentare i gonfiori. Ci sono molte tecniche per ripristinare la calma e vincere lo stress, e in tutte è sempre fondamentale una buona e profonda respirazione diaframmatica.

Si possono fare profondi respiri con un “aahh” liberatorio, come quando ci si scarica di un peso che ci ha a lungo oppresso. Si possono richiamare alla mente immagini di panorami che ci trasmettono calma, facendosi aiutare da musiche adatte. Si può muovere la testa dolcemente in varie direzioni, con movimenti piccoli, lenti e morbidi, per allentare ansia, tensioni, ed eccessivo controllo.

Girovita tutto abbondante e la pancia grossa

In questo caso possiamo scorgere una situazione di vera e propria “stasi” del movimento, un ristagno di scambi osmotici che crea nel girovita accumuli di energia, spesso con emozioni di rassegnazione e passività, accumuli dovuti a mancanza di slancio e di vitalità, a lentezza e immobilità.

Consigli e alcune tecniche

Bisogna riprendere attività di movimento caratterizzate da guizzi, da accelerazioni, da momenti di velocità. E nella propria vita bisognerebbe eliminare almeno qualcosa di quanto c’è di “pesante”, ritrovando un po’ di leggerezza, di entusiasmo, almeno per qualcosa. E’ importante recuperare voglie e desideri, in un progetto di cambiamento vero, anche se piccolo e limitato.

Ma è anche importante riaumentare il drenaggio dei liquidi che tendono anch’essi ad accumularsi e stagnare. Per questo, oltre al bere frequentemente acqua realmente oligominerale (controllare il residuo fisso a 180°, che non dovrebbe superare i 100 mg/litro), è veramente molto utile ricorrere ad una respirazione diaframmatica intensa e profonda per circa 20 minuti, una o due volte al giorno. Il respiro diaframmatico agirà in profondità, a livello biochimico: e oltre a dare una gradevole e intensa sensazione di allentamento e di benessere, favorirà enormemente gli scambi osmotici delle cellule e dei tessuti, liberandoli dai liquidi trattenuti e accumulati.

Muscoli e tessuti allentati

C’è in questo caso una mancanza di tono, di elasticità, in senso fisico e psicologico allo stesso tempo. Non è una mancanza di gioiosità e di movimento rapido e brioso, come nel caso del girovita abbondante, o un trattenere e ingoiare come per la pancia gonfia. Questa diminuzione di qualità nei tessuti e nei muscoli rappresenta piuttosto una carenza di forza vera, di energia piena e vibrante. E’ un po’ come un leggero invecchiamento precoce, un allentare esageratamente l’attivarsi.

Consigli e alcune tecniche

In questi casi è bene riprendere i movimenti e le attività dove è richiesta una bella forza fisica, sia in palestra, che nello sport, come nella vita. Ma non basta; bisogna anche riprendere forza nell’affrontare gli altri, il mondo, nel realizzare quello che noi vogliamo. Bisogna riprendere forza e anche “consistenza”. Sentire il proprio “peso” e la propria energia.

Voce vibrante – E’ molto utile recuperare una voce intensa e vibrante, magari cantando a voce piena. Non una voce soffocata e strozzata ma una voce forte, sonora e consistente. Ci si può allenare, se non si ha un posto isolato, anche andando in macchina, dove nessuno ci può sentire e meravigliarsi per la nostra voce. Bisogna prendere aria nella pancia e poi spingere forte spalancando la bocca per non chiudere la voce, con una nota potente e vibrante, non acuta, abbastanza bassa. Le sensazioni che ne deriveranno sono di forza e vitalità.

Conclusioni

Oggi possiamo comprendere finalmente bene che è importante liberarci da mode e modelli di bellezza forzati e innaturali. Ma possiamo anche aiutare la nostra pancia a stare meglio in tutti i sensi: a ridarci un aspetto fisico positivo e gradevole oltre che a rimettere a posto un tassello importante della nostra salute e del nostro benessere.

Rossella Tirimacco

Citazioni e fonti :

“Luciano Marchino Monique Mizrahil , “Il corpo non mente”

Paola Barbara Bovo ““Scuola di Psicoterapia: i Problemi e i Disturbi Psicosomatici nella Pancia”