Quello delle corna è un simbolo a tutti noto e che si presta a diversi significati. Facciamo le corna ad esempio per scongiurare un pericolo: quando facciamo il cosiddetto “tiè”, oppure per indicare una persona “cornuta” ovvero una persona tradita.
Infatti per indicare il tradimento il segno d’eccezione sono proprio le corna e queste vengono simboleggiate da un santo d’eccezione: San Martino, giornata in suo onore l’11 novembre.
Ma un momento… cosa c’entrano le corna, il santo, i cornuti e soprattutto questo particolare momento dell’anno?

Per capirlo occorre fare un piccolo passo indietro e tornare al 31 ottobre giornata del Samhain ovvero il capodanno pagano. Anticamente infatti il tempo era collegato si alle stagioni, ma soprattutto al calendario contadino. A partire quindi dal 31 inizia un ciclo di chiusura di 12 giorni del cosiddetto “Capetièmpe”( capo tempo – fine tempo) per l’appunto il capodanno contadino.
Fine quindi della stagione agricola con gli ultimi raccolti che darà il via al “nuovo anno agricolo” con il momento della semina che coincide appunto con il mese più oscuro dell’anno.

L’ultimo giorno di Capetièmpe cade proprio con la giornata dedicata alla memoria San Martino di Tours e alla sua sepoltura avvenuta appunto l’11 novembre del 397 d.C.
La leggenda di San Martino e del taglio del mantello è forse una delle storie legate al santo più note, ma una in particolare ci mostra altri suoi aspetti e lo collega alla “festa dei cornuti”.

Secondo la leggenda Martino era particolarmente legato alla sorella, al punto che la portava sempre con sé per impedire che questa cedesse alle lusinghe di uomini che avrebbero potuto “rubarle la sua verginità”.
Accadde però che un giorno la ragazza, approfittando della distrazione del santo si incontrò con uno spasimante e dietro un cespuglio consumò il rapporto d’amore. San Martino si accorse del tradimento mesi dopo, quando la gravidanza della sorella era divenuta ormai evidente.
Proprio per questo San Martino è noto come protettore dei cornuti ovvero dei mariti traditi.
Secondo alcune fonti, in realtà la leggenda che vede il santo quale protettore dei cornuti è una trasposizione del mito del mondo greco-romano. Il racconto in questione è quello che tratta il tradimento di Venere-Afrodite con Marte-Ares a discapito del povero Vulcano-Efesto suo marito. Secondo il mito, Afrodite, nota non solo per la sua bellezza ma anche per i suoi numerosi tradimenti alle spalle del marito, si innamorò del dio Ares (Marte). La passione travolgente tra le due divinità finisce per portare i due a consumare il loro frutto d’amore proprio nel letto di Venere ed Efesto.

Marte e Venere sorpresi da Vulcano – Autore Alessandro Varotari, detto Padovanino 1640-45 ca.
Apollo, dio del Sole, scopre l’adulterio e lo rivela subito a Vulcano. Questi, infuriatosi, e preso dallo strazio decise di vendicarsi. Nella sua fucina creò così una catena d’oro fina come la tela di un ragno ma indistruttibile e la posizionò proprio sul letto in modo da poter intrappolare i due amanti nel loro amplesso. Efesto finse così di andare a Lemno, sicuro che i due giovani dèi si sarebbero visti in sua assenza, e così fu, Marte prese per mano Venere e la accompagnò sul letto, proprio dove scattò la trappola, la rete li imprigionò ed Efesto corse a recuperare il suo “bottino” sbraitando agli dèi la sua ira. Vulcano, per dar risalto alla sua vendetta, chiama tutti gli dei a raccolta per essere testimoni del fatto. Libererà poi i due amanti solo grazie all’intercessione di Nettuno.

Le corna quindi intese come tradimento ma soprattutto quale simbolo di fertilità e di abbondanza ci basti pensate alla cornucopia simbolo appunto di buon augurio. Ed è sempre il mito greco che ci parla della figura di Tiche (Fortuna per il mondo romano)dea della fortuna e del caso rappresentata appunto una cornucopia!

Ma le corna, per il mondo antico rappresentavano anche le energie femminili durante la luna crescente. Il simbolo della mezzaluna, che tanto richiama le corna possiamo trovarla infatti in diverse rappresentazioni sacre e pagane, come ad esempio Iside rappresentata appunto con le corna sulla testa, e in tempi più recenti la mezzaluna ai piedi della Vergine dell’Immacolata Concezione.

La simbologia delle corna non finisce qui, esse sono infatti una metafora dell’energia non solo femminile ma anche maschile poiché le corna negli animali rappresentano il momento della loro capacità riproduttiva e quindi di fertilità. Non a caso nel mondo antico sia greco che romano, durante la stagione primaverile gli animali “cornuti” venivano addobbati proprio con fiori e ghirlande e portati in processione per richiamare appunto il risveglio della primavera.

Che le corna erano viste sin dall’età del bronzo come un simbolo potente è testimoniato dai vari elmi cornuti ritrovati durante gli scavi archeologici in varie zone d’Europa, Asia ma anche in Nuova Zelanda. Alcune rappresentazioni di questi copricapi che si presume fossero destinate ad un uso cerimoniale/rituale, sono rappresentate nelle pitture dei Sanniti, antico popolo dell’Italia meridionale ed esposte al museo archeologico di Napoli.

Immagine di Nationalmuseet via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Quella di San Martino è quindi una delle tante storie dove il cristianesimo ha “rivisto e corretto” le tradizioni pagane e le ha vestite di nuovi abiti adatti alla religione nascente. Del resto sradicare la cultura millenaria di antiche popolazioni non sarebbe stato possibile, così è bastato qualche ritocco qua e là e niente è andato perduto.
Cornetti rossi dunque, ma anche peperoncino, e poi corna di tutti i tipi e forme per augurare alle persone a cui teniamo: “buona fortuna e tanta prosperità!

Dimenticavo, a San Valentino in Abruzzo Citeriore, si svolge ogni anno il 10 novembre, una “particolare” manifestazione la “Festa dei Cornuti” dove la figura di San Martino si inserisce appunto in uno scenario fatto di corna e… cornuti. Se vi trovate da quelle parti, il mio invito è di far visita a questo borgo e perché no, magari sfilare in processione anche voi con tanto di corna!
Rossella Tirimacco
Citazioni e fonti