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Una foto può raccontare un momento vissuto, un particolare osservato, un paesaggio particolarmente affascinante o degradato. Una foto può raccontare situazioni e documentarle, così come può raccontare impressioni a seconda del punto di vista dell’osservatore. Qualunque sia l’emozione che una foto è in grado di suscitare, molto dipende dal messaggio che si vuol trasmettere e da cosa si vuol comunicare. Più della parola e della scrittura, l’immagine è il mezzo di comunicazione più arcaico con il quale uomini primitivi si esprimevano, un mezzo che attraverso le varie fasi di evoluzione si è solo “raffinato”, ma sostanzialmente è rimasto identico, in quanto il nostro cervello, pensa, interpreta ed elabora soprattutto per mezzo dell’immagine. Ed è con l’immagine, più che con la parola, spesso esprimiamo i nostri pensieri, raccontiamo pezzi di noi e dei nostri sentimenti. Grazie infatti all’apparente facilità di utilizzo dello strumento fotografico e l’immediata condivisione sui social, la foto è l’elemento con il quale, più di ogni altro comunichiamo con l’esterno. Se una foto, non è mai “semplicemente” una foto, in quanto la stessa comunica pensieri e idee, che ogni individuo interpreterà poi in maniera del tutto personale, non stupisce quindi il proliferare di provetti fotografi e fotografie che hanno creato una società fatta di sole immagini e scarsi contenuti. Così, nella società della “cultura dell’immagine”, l’arte e la bellezza di una foto si è trasformata in un prodotto illusorio, in cui viene principalmente rappresentata e veicolata la rabbia e la vanagloria di miliardi d’individui. Ovunque ci si volti, corpi scolpiti, corpi nudi ed abbronzati, macchine lussuose e case da sogno, oppure: immagini di animali maciullati, immagini di morti cruente, crimini di ogni tipo… ma la realtà è davvero così? La foto sta davvero rappresentando la realtà? E’ davvero quello il mondo esterno… o c’è dell’altro, magari pezzi di mondo che non conosciamo e che meritano di essere visti e vissuti? La realtà viene creata dai nostri pensieri… e quando milioni d’individui, pensano e credono nella stessa cosa… ecco che la “realtà” prende forma e diventa “vera”. Al pari di Socrate “Io so di non sapere” e so di essere ignorante rispetto al mondo, ma una cosa credo di averla compresa: “Il mondo è quello che è, ma vedere la bellezza di un tramonto o inebriarmi della magia di una farfalla su un fiore… dipende solo dai miei occhi e da ciò che riesco a comprendere dell’esterno e che continuamente mi parla e mi racconta le sue storie… perchè “una foto non è mai solo una foto”.

 

Rossella Tirimacco