Una storia racconta che al principio dei tempi, Dio, per mettere alla prova l’uomo, volle nascondere la regalità e l’illuminazione in un posto sicuro, certo che egli non le avrebbe mai trovate. Gli angeli gli consigliarono di nascondere un simile tesoro in fondo agli oceani o dentro i vulcani, ma nonostante la Terra fosse grande, e piena di nascondigli, Dio decise di nascondere quel bene così prezioso nell’unico posto dove nessuno lo avrebbe mai cercato: dentro l’uomo.

Sono diverse le leggende arrivate sino ai giorni nostri che riguardano il famoso “Graal”. Il fascino che questa parola sortisce nella nostra mente risale alla notte dei tempi, anche se in realtà cosa sia, nessuno lo sa. Sono diversi i racconti e le interpretazioni che scrittori, poeti, accademici, semplici ricercatori ecc. hanno dato al “Graal”, ma tra improbabili calici, e fantastici elisir di lunga vita, tra templari e codici nascosti all’interno di antichi dipinti, il Graal può essere tutto e niente.
Le teorie infatti abbondano, e in mancanza di prove la fantasia vola in alto. Ma sono davvero “semplici fantasie?” E se ci fosse qualcosa di vero?
Ma torniamo alla leggenda che racconta del tesoro che Dio nascose dentro l’uomo: e se il famoso Graal è davvero contenuto in ogni essere umano? Ma dove?

Secondo l’immaginario collettivo, si dice che il graal sia una coppa, e chi ne berrebbe dal suo interno otterrebbe l’eterna giovinezza, la guarigione da tutte le malattie e l’illuminazione. Anche se i “diversi autori” non concordano sulla forma reale del graal, appare evidente che si tratta sicuramente di un piccolo recipiente contenente un liquido in grado di trasformare l’esistenza di colui che lo berrà.
All’interno del nostro corpo, vi è proprio un piccolissimo contenitore dal quale possiamo attingere un liquido “prodigioso”. Si tratta della ghiandola pineale, un corpuscolo grande come una lenticchia, a forma di cono (quindi ricorderebbe una minuscola coppa), situata alla base del nostro cervello. Secondo le filosofie orientali, la ghiandola pineale nella sua piena attività produce 972 tra sostanze e ormoni e, tra queste, proprio una secrezione capace di modificare il codice genetico, portando alla guarigione e a una salute perfetta.(1*)

La ghiandola pineale – o epifisi in gergo scientifico – è la ghiandola dominante che sovraintende alle operazioni di tutte le altre, di conseguenza, il suo influsso è sentito da ogni cellula del nostro corpo. Essa ci aiuta a mantenere nella norma i livelli giornalieri e stagionali degli ormoni e presiede alla crescita e allo sviluppo, dall’infanzia fino all’età adulta. La pineale produce, tra l’altro, la melatonina, un ormone prodigioso le cui caratteristiche sono state scoperte solo di recente ma che ricordano incredibilmente quelle del liquido contenuto nel graal. La melatonina passa attraverso la placenta dalla madre al feto e viene elaborata dal corpo nel periodo notturno, durante il quale la ghiandola raggiunge il massimo della sua attività. Ed è proprio di notte che la conoscenza intuitiva e le nostre facoltà più sottili emergono.

La melatonina esalta e rafforza il complesso del sistema immunitario del corpo, accresce la produzione di energia fisica alzando il livello di sopportazione della fatica, regola la temperatura interna contribuendo a un’ottimale gestione del sistema cardiovascolare ed è per eccellenza la sostanza antiossidante del corpo, con effetti evidenti sui meccanismi antinvecchiamento e sulla mente, sviluppando facoltà paranormali.
I livelli di melatonina sono massimi durante l’infanzia, durante l’adolescenza invece essi calano, e questa diminuzione determina l’aumento di altri ormoni: questi, a loro volta, segnalano all’organismo che è tempo di entrare nella pubertà. Col passare del tempo, i livelli di melatonina continuano a decrescere e il declino più rapido avviene dai cinquant’anni in poi. Non è una semplice coincidenza che con il calo dei livelli della melatonina, compaiano i primi gravi sintomi di invecchiamento…

Ecco dunque che chi beve le secrezioni contenenti melatonina dalla ghiandola pineale diverrebbe “immortale” (effetto antinvecchiamento e rafforzamento del sistema immunitario) e otterrebbe “l’illuminazione” (aumento delle facoltà paranormali, dell’intuizione e altro).
La pineale quindi, proprio come raccontano le antiche cronache graaliane elargirebbe il “succo miracoloso”, ma come fare per berlo? E arrivati a questo punto la corsa “al tesoro” derivante da nuove conoscenze che dovrebbero migliorarci l’esistenza, si “incrocia” con nuove “letture”, spesso pericolose e prive del benché minimo fondamento scientifico, soprattutto da parte di alcuni cultori della New Age.

Jasmuheen è una saggista australiana, salita alla ribalta per le sue teorie sull’alimentazione pranica. La donna dal ’93 si asterrebbe dal cibo, e nei suoi seminari, spiega come vivere nutrendosi esclusivamente di “luce liquida”. Ella racconta che è possibile “bere” la divina Amrita, come viene chiamata nella tradizione sanscrita, ovvero la secrezione che scende come una piccola goccia stimolando, con la lingua arrotolata all’indietro, il palato verso l’epiglottide, guarda caso proprio sotto la ghiandola pineale. Forse l’Amrita, l’ambrosia degli dei, il nettare divino, non è nient’altro che la secrezione di cui abbiamo parlato, ovvero quella contenente melatonina. Se così fosse, ognuno di noi avrebbe in sé la chiave della longevità e della riscoperta della propria sovranità, e potrebbe accedervi in ogni momento, semplicemente arrotolando al massimo la lingua verso l’epiglottide e aspettando che fuoriesca una piccola goccia che sembra muco.(2*)
All’interno della ghiandola pineale scorre acqua, questa nel tempo si calcifica e si atrofizza. Il processo viene accelerato a causa di un’alimentazione sbagliata (e questo ha dato il via a nuovi modi di rapportarsi con il cibo) ricca di zuccheri raffinati, bibite gassate e acqua fluorizzata. Possiamo però ritenere solo il cibo la causa del processo di atrofizzazione della ghiandola?
Il suono– Non entreremo nella veridicità di quanto asserito dalla scrittrice, del resto negli ultimi tempi, quello dell’alimentazione, fonte naturale di vita, si è trasformato in “problema” e ha dato il via a svariate letture e modi del tutto personali di rapportarsi con il cibo. Ma torniamo alla pineale e osserviamola da un’altra prospettiva, magari dal punto di vista “sonoro”. L’importanza che i suoni rivestono nella nostra vita sono infatti fondamentali: grazie ad essi ci colleghiamo con il mondo esterno, i nostri stessi sensi fisici e biologici vengono per la gran parte controllati dai suoni con i quali è possibile “armonizzarsi” o “disarmonizzarsi”.
Tutte le ricerche più avanzate provano che la materia apparentemente inerte, tanto più quella vivente, emette particolari vibrazioni a varie frequenze di diversa estensione e tonalità ed ogni essere vivente è circondato da un complesso campo elettrico, che si estende al di là dei limiti della visione umana. Ogni cellula degli organismi viventi è circondata da un campo magnetico mediante il quale comunica con le altre cellule le informazioni atte allo svolgimento della funzione a cui è preposta. Il campo infatti, è la memoria vera e propria della cellula, nella quale sono racchiusi tutti i dati inviati e ricevuti. Sappiamo che ogni cellula ha un certo numero di elettroni che girano intorno al nucleo, ed è grazie al loro movimento vibratorio che il campo magnetico della cellula cambia, modificando il suo comportamento e la sua funzione, trasmettendo quindi alle altre cellule nuove informazioni. E’ evidente quindi che, se esponiamo “volutamente” la cellula a particolari sollecitazioni vibrazionali, è possibile cambiarne la sua funzione.

I nostri apparati sensoriali ed in particolare l’occhio sono limitati o forse sarebbe meglio dire non adeguatamente “preparati” o “allenati” a percepire la realtà al suo livello più intimo e profondo. Infatti già ad un livello poco profondo noi non vediamo i raggi infrarossi ( i rettili si ), né i raggi ultravioletti (le api si). Per quanto riguarda l’udito noi non percepiamo gli infrasuoni e gli ultrasuoni ( i pipistrelli e gli elefanti si ).
Dell’infinta gamma di vibrazioni, varianti per velocità e lunghezza, dalle frazioni di un metro fino a parecchi chilometri, fin qui classificate dalla scienza, i sensi che possediamo sono capaci di rispondere a poco di più di un’ottava parte di tali vibrazioni.
In altre parole, del mondo che ci circonda e che la scienza ha scoperto, noi percepiamo circa un ottavo: sette ottavi del mondo sfuggono alla nostra percezione. (3*)

In un mondo in cui tutto vibra e dove galleggiamo in un mare di frequenze, la corteccia cerebrale vibra così alla frequenza Hertziana (onde radio e microonde) ed è quindi chiaro che il cervello è molto sensibile a qualsiasi strumento che emette onde di frequenza, tra cui le ELF, poiché tende a sintonizzarsi naturalmente con il segnale esterno. Le onde indicate con la sigla Elf (Extremely low frequency) con frequenze all’estremo inferiore dello spettro, sono infatti potenzialmente più pericolose di altre e vengono generate soprattutto dagli elettrodotti. Durante alcuni esperimenti eseguiti da Andrija Puharich, un medico pioniere in ricerche sull’elettrobiologia e sulle capacità extrasensoriali del cervello, si è infatti notato che se un soggetto viene esposto a 7.83 hertz, la frequenza Schumann a cui vibra la Terra, si ottiene un’alterazione nella percezione dell’individuo facendolo sentire bene. Infatti, già negli anni ’60 il dott. Puharich e il dott. John Taylor scoprirono che gli otto cicli per secondo erano anche la banda di frequenza con cui il cervello attivava capacità extrasensoriali quali visione a distanza, telepatia, telecinesi, ecc., capacità latenti presenti in ognuno di noi (4*). E’ possibile quindi teorizzare che le frequenze sonore potrebbero accelerare il processo di atrofizzazione della pineale o addirittura ritardarlo?

Le ricerche dimostrano che “la ghiandola pineale è attivata direttamente mediante l’emissione di un segnale ad otto cicli per secondo, mentre la melatonina, uno degli ormoni prodotti dall’epifisi, induce, con un identico segnale, la replicazione mitosica del DNA, rafforzando la riparazione del danno del DNA dovuto alla vecchiaia e, perfino, la rigenerazione. La ghiandola pineale inoltre favorisce il rilascio serotoninico, con azione antidepressiva, potenziando il sistema immunitario. Il Dr. Robert Becker, nel suo libro Cross Currents, dimostrò che il calcio, elemento indispensabile anche nei processi di guarigione, viene rilasciato ad una frequenza di sedici cicli al secondo, ossia il primo multiplo degli 8 Hz (5*)”

Effetti delle varie frequenze sui nostri comportamenti- Ad una frequenza di 10.80 hertz viene suscitato un comportamento violento mentre 6.60 Hz il soggetto invariabilmente cade in depressione . In ulteriori ricerche si è trovato che la frequenza di 3.5 hertz provoca formazioni cancerogene, i 6-7 Hz risuonano nelle orecchie, danno la sensazione di restringimento del petto, incrementano la pulsazione sanguigna e la stanchezza, mentre tra i 8.60-9.80 hertz provocano sensazioni di formicolio ed induzione del sonno. Invece frequenze mixate tra i 17 Hz e 70 Hz provocano effetti biologici dannosi.
Appare chiaro quindi l’importanza delle frequenze “sonore”, non solo per il ” miracolo” della pineale ma per la vita di tutti i giorni.
Queste sono:
174 HZ – Fondamenta, effetti spirituali individuali
285 HZ – Cognizione quantica
396 HZ – Liberi dal senso di colpa e ansia
417 HZ – Cambiamento, lasciare andare il passato
528 HZ – Riparazione e armonizzazione DNA
639 HZ – Apertuta e connessione nei rapporti umani
741 HZ – Stimolare il risveglio interiore
852 HZ – Ritorno all’ordine spirituale
936 HZ – Attivazione della ghiandola pineale*
963 HZ – Effetti spirituali individuali
Non chiediamo quindi di bere il ” Graal” come fa la nostra Jaasmhen , ma migliorare la nostra vita attraverso il suono è possibile per tutti.
Rossella Tirimacco
Citazioni e fonti:
1*) Francesco Giacovazzo “La pietra degli alchimisti”
2*) Danilo Arona “Black magic woman”
3*) La vista, Sos Collemaggio
4* 5*) Riccardo Tristano Tuis “8 herz, il codice della vita”, pubblicato su Scienza e Conoscenza
Rossella Tirimacco, “Emozioni, tra musica e parole”
Pineale, la ghiandola sacra, mednat.org.cervello/pineale
La chiave della vita con la melatonina
Il codice della vita
La dinamica del cervello, Spazioinwind.libero.it