Essere impeccabili con le parole indica l’uso corretto dell’energia,

Don Miguel Ruiz

 

Negli ultimi anni, la Rete ha dato la possibilità a molti  individui di poter esprimere tutto il loro “potenziale nocivo e violento”,  grazie alla protezione dello “schermo” e alla copertura della propria identità. Abbiamo così assistito ad un proliferare di “leoni da tastiera” senza distinzione di sesso, di età e di livello culturale.  Sono stati diversi gli episodi cronaca che hanno mostrato il livello di degrado di una società senza più freni. Video pornografici e personali messi in rete;  ricatti nei confronti di vittime sprovvedute;  ragazzini picchiati e filmati dai “compagni di gioco” e mostrati poi al pubblico del proprio social preferito; ingiurie, offese e soprattutto “tanta violenza verbale”.

La Rete ovviamente non ha nessuna colpa,  quella “roba” che vediamo sotto i nostri occhi davanti ad un monitor, non è che la rappresentazione del mondo esterno sotto forma di “virtuale”.

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Sul web tutto si amplifica

Sul web però, tutto si amplifica, poiché se nel mondo “esterno” tale violenza è circoscritta a gruppi di individui,  in Rete la partecipazione del “pubblico” (ignaro) facilita la diffusione di messaggi distorti. Uno degli esempi tipici  di diffusione è “la condivisione”.  Sui social si condivide di tutto, anche le bufale più evidenti, si condividono  dalle notizie magari false,  alle immagini più crudeli e violente, e questo perché i like sono assicurati. Purtroppo abbiamo creato un sistema in cui il valore degli individui,  viene visto in base al numero dei like, e se non hai abbastanza “follower”, rischi di non essere nessuno.

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Perché si condividono così facilmente i post dai contenuti forti?

Perché i  post dai contenuti forti, riescono a “smuovere” certe nostre emozioni, soprattutto se si tratta di emozioni come rabbia e paura.  Ad esempio, più le immagini sono forti , più il  processo chimico interno cambia e il nostro sistema ci prepara per l’attacco o per la fuga. Di conseguenza il nostro corpo si “carica” di adrenalina, pronto per difendersi da chissà quale pericolo, mentre in realtà ci troviamo seduti comodamente sul divano di casa, incazzati o impauriti senza un motivo reale.

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L’importanza delle parole

Le parole sono “azioni”, difficile crederlo, ma è proprio così. Molte persone, ignorano le capacità della parola stessa, ne’ realizzano il suo potere. Certo, la società che abbiamo creato, non aiuta a prendere consapevolezza circa il “potere della parola”, ci basti ascoltare un po’ di programmi in giro e prestare attenzione alla volgarità espressiva di certi personaggi per realizzare quale tipo di comunicazione venga ad oggi utilizzata. Alcuni poi, salgono le vette del grande successo, e magari diventano poi ministri della cultura, Sgarbi ne è un esempio. Altri ancora cantano canzoni dai testi raccapriccianti, e salgono sul palco di Sanremo…

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La creazione di un modello

Tali esempi di personaggi mediatici, diventano così parte di un modello generale di comportamenti incivili e violenti, che si riflettono in una società dove “nessuno ascolta e tutti parlano”, con la logica conseguenza che le le persone non si capiscono più.
Nel mio libro “Emozioni tra Musica e Parole”,ho voluto provare a rendere chiaro al lettore l’importanza delle parole e come queste agiscano nelle nostre vite, sia a livello conscio che inconscio. Idem per la musica, in quanto la sua capacità di influenzare il nostro mondo è cosa abbastanza nota. Le parole possono essere “medicina o veleno”, per noi stessi e per gli altri. Le parole negative che diciamo a noi stessi, sono tossiche, ci fanno del male, e quando le rivolgiamo ad altri, in realtà stiamo solo riversando su un altro quel veleno destinato a noi stessi.

Il Manifesto della Comunicazione non Ostile

Nasce nel 2017 grazie all’associazione no-profit Parole O_Stili il “Manifesto della Comunicazione non ostile”. Si tratta di una sorta di vademecum per sensibilizzare e responsabilizzare gli utenti della Rete all’utilizzo di una forma di comunicazione non violenta.
Si tratta sostanzialmente di dieci semplici regole, dieci principi tesi a favorire un comportamento civile e rispettoso in Rete.
“Il Manifesto si avvale del contributo “di circa 300 professionisti della comunicazione d’impresa e della comunicazione politica, insegnanti, imprenditori, influencer, blogger.[…]Ognuno si impegna a contrastare i linguaggi d’odio in Rete e lo fa aderendo al Manifesto della comunicazione non ostile. (Ansa)
In pochi mesi il Manifesto venne condiviso da decina di migliaia di utenti e inviato nelle scuole. Importanti personaggi istituzionali firmarono il loro impegno, e lo stesso fecero i sindaci di diverse città. In seguito, il presidente Mattarella premiò con la Medaglia di Rappresentanza tale iniziativa nata per la Rete. Seguirono diversi premi istituzionali, della critica, della comunicazione ecc. per un progetto il cui scopo era (ed è)  quello di rendere la Rete un luogo “accogliente e sicuro”.

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Ovviamente non ci aspettiamo che un semplice  codice di stile possa risolvere definitivamente il problema della violenza in Rete, però è un inizio. È un seme che può piantare ognuno di noi per dare il proprio contributo ad un mondo civile.

Le parole sono azioni, e tu con l’uso corretto delle tue parole, della tua comunicazione, puoi fare la differenza. Ognuno di noi è responsabile del mondo in cui viviamo, possiamo cambiarlo se vogliamo… iniziando dalle nostre parole e dai nostri pensieri.

 

Rossella Tirimacco

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