Si è molto parlato negli ultimi tempi delle mascherine. Mascherina si, mascherina no, è utile, non lo è, al chiuso e all’aperto, mascherina si ai bambini sopra i tre anni, mascherina no ai bambini. Sono tante le voci discordanti in merito all’argomento, ciò che è certo che l’obbligo della mascherina in determinati casi varia in base alla località e al buon senso individuale. In linea generale l’obbligo della mascherina è circoscritto ai luoghi chiusi e laddove non sia possibile poter rispettare il distanziamento fisico tra individui. In mancanza di direttive chiare, e grazie allo stato di panico che ormai fa da padrone, molte persone si lasciano prendere da infinite suggestioni, tanto che vedono nella mascherina la salvezza di tutte le loro ancestrali paure. Ciò ricorda molto il mito del costume indossato dai medici durante l’epidemia di peste nera, e che si credeva potesse proteggerli dalla malattia. Allo stesso modo, attualmente crediamo che possa bastare una mascherina per salvarci da un ipotetico contagio.

Così, non è insolito vedere genitori e figli e girare all’aperto e a debita distanza da tutti o in bicicletta bardati di mascherina come la cosa più normale del mondo! Allo stesso modo capita (spesso) di vedere persone in auto in perfetta solitudine ma… in compagnia della loro irrinunciabile mascherina!

Per non parlare di tanti bambini costretti a subire un bavaglio che di fatto impedisce una sana e corretta respirazione, e per farlo ci si è rivolti ai cartoon e ai loro personaggi preferiti. Così, in un momento di delirio generale, incapaci di comprendere che “forse” la mascherina non è così sicura se utilizzata in maniera indiscriminata e selvaggia. Infatti, all’interno di una mascherina si crea un accumulo di aria satura di virus e batteri, gli stessi che dovremmo espellere attraverso il respiro ma che di fatto vengono parzialmente bloccati dalla mascherina.
Tali “scarti” vengono inalati per tutto il tempo che indossiamo il presidio medico sanitario, ergo: ciò che dovremmo espellere lo reintroduciamo nel corpo. E se da una parte l’art. 85 Tulps (Testo unico leggi pubblica sicurezza) cita: «È vietato comparire mascherato in luogo pubblico», e l’art. 5 aggiunge «È vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo», dall’altro i vari DDL e protocolli stabiliscono l’obbligo di coprire il volto in nome della “salute pubblica”.

Se fino a qualche mese fa, numerose furono le battaglie e proteste contro le donne islamiche ree di non rendersi riconoscibili, oggi anche il mondo occidentale si prepara all’uso di un “velo” democratico e alla moda. Numerosi sono infatti i negozi che hanno allestito le loro vetrine con manichini muniti di mascherine fashion e alla moda. Le grandi marche sfornano così i nuovi “accessori” per i futuri consumatori erotizzando il prodotto con pizzi e paillettes, altri con simboli divertenti, o addirittura con stoffe a riporto con il proprio abito, o con colori e tessuti tigrati o variopinti. La scelta è vasta, ce n’è per tutti i gusti e per ogni tasca.

Di fronte alla paura, ogni ragione cade e un po’ di colore è un cenno di speranza. Quella stessa speranza su cui il neuromarketing fa leva per spingere il consumatore ad indirizzarsi in determinati acquisti, dimenticando così quella mascherina è di fatto un “accessorio” legato indissolubilmente alla paura e alla morte e di certo non basterà un po’ di colore per “fregare” il nostro inconscio, il quale assocerà per sempre tutto ciò alla malattia. Il rischio di tutto questo è “normalizzare” l’uso di un presidio medico chirurgico nella vita di tutti i giorni e in ogni circostanza. Molti infatti hanno il terrore di avvicinarsi ad altre persone e, anche se dotati di mascherina preferiscono cambiare strada anziché incrociare altri individui. Ovviamente la mascherina non è il problema di fondo, il problema vero sta in una campagna del terrore che in questi mesi ha fatto emergere le parti più fragili di milioni di individui, e tanto più si indossa la mascherina, tanto più l’emozione associata al periodo traumatico rimane presente nella vita di tutti i giorni. La vita continua a scorrere, ma si resta ancorati al passato, in quanto la stessa mascherina è di fatto un ancoraggio che permette alla ferita originaria di rimanere aperte.

Evitamento, fobie, paranoie, ossessioni, incubi, disturbi del sonno, sono solo alcune manifestazioni, derivanti dal forte stress emozionale, paura in testa, che le persone hanno vissuto durante il lookdown. E oggi, nonostante si possa uscire, la situazione va peggiorando considerando che i rapporti sociali, sono stati di fatto compromessi. Basti pensare che ci sono moltissimi casi di figli che addirittura non si sentono pronti a rivedere i propri genitori e familiari per timore di essere contagiati. In un precedente articolo parlai degli effetti derivanti dal distanziamento fisico e sociale Moltissimi bambini non riuscivano ad avvicinarsi ad altri bimbi. Il prossimo viene di fatto visto come un pericolo e una minaccia alla propria sicurezza. La socializzazione, fulcro ed essenza della vita stessa, non è mai stata in pericolo come ora, la deriva che potrebbe prendere, soprattutto nei bambini getta le basi per un nuovo mondo popolato da psicopatici.
Se sia salutare indossare una mascherina per diverse ore in una giornata, come ad esempio accade ai tanti lavoratori, dal punto di vista medico, non spetta a me dirlo, io mi limito ad osservare e ad analizzare questa situazione dal punto di vista psico-comportamentale pur tenendo conto e mettendo in evidenza come la mascherina di fatto, indossata in maniera abbastanza “selvaggia” sia di fatto solo nociva. Ho deciso però di pubblicare un video che ho molto apprezzato. Si tratta di un’intervista realizzata da Leonardo Leone al dott. Stefano Montanari, famoso ricercatore e divulgatore scientifico nel campo delle nanopatologie, autore di diversi brevetti nel campo della cardiochirurgia, della chirurgia vascolare, della pneumologia e progettista di sistemi ed apparecchiature per l’elettrofisiologia. Il curriculum del dott. Montanari è molto ricco e corposo. spesso è stato attaccato per la sua posizione in merito ai vaccini, e ancor di più è stato attaccato per le sue dichiarazioni sul Covid-19, in tempi non sospetti, e che hanno gettato una luce del tutto diversa su quanto stava accadendo tre mesi fa. Il questo video, il dottore mette in luce diversi fattori, spesso sottovalutati, o addirittura ignorati sull’uso di guanti e mascherine.
Buona visione
Rossella Tirimacco