Tendiamo a conformarci al gruppo, siamo creature sociali e diamo molta importanza a ciò che gli altri pensano, anche se non siamo d’accordo. La dinamica del gruppo è la più potente delle influenze per la psicologia umana.
Di quanto le nostre scelte siano un riflesso condizionato dall’ambiente e dagli altri, i vari esperimenti di psicologia eseguiti nel corso degli anni, lo hanno ormai dimostrato chiaramente. Fa sempre però un certo effetto accettare la nostra prevedibilità e di come la gran parte delle nostre decisioni in realtà non siano frutto di un processo di consapevolezza, e che derivino invece da un processo che ci porta ad uniformarci alle idee degli altri, anche se queste sono palesemente sbagliate.
L’esperimento di Asch è un classico della psicologia sociale, teso a dimostrare come gli individui vengono influenzati dalle opinioni della maggioranza anche se tali opinioni sono in netto contrasto con la percezione sensoriale del soggetto stesso. L’essere membro di un gruppo è infatti una condizione sufficiente a modificare le azioni e, in una certa misura, anche i giudizi e le percezioni visive di una persona.

Esempio: posizioniamo un foglio colorato di blu, e chiediamo a dieci persone quale colore percepiscono, se nove persone diranno di vedere il giallo, anche il decimo soggetto, con molta probabilità affermerà di vedere il giallo.
L’esperimento venne ideato e condotto nel 1951 dallo psicologo polacco Solomon Asch, noto per i suoi importanti contributi alla psicologia sociale, e agli studi sui processi di conformità sociale. Grazie al suo celebre esperimento, Asch dimostrò la pressione del gruppo che porta a conformarsi.

L’esperimento
Il protocollo prevedeva un gruppo di otto soggetti, di cui sette erano complici e quindi conoscevano benissimo i riscolti dell’esperimento, solo uno dei soggetti era completamente ignaro del reale processo del test.
I soggetti venivano fatti incontrare in un laboratorio, per quello che veniva presentato come un normale esercizio di discriminazione visiva.
Lo sperimentatore presentava loro delle schede, in una compariva una linea, detta linea standard; in un altra, apparivano tre linee di lunghezze diverse, le linee di confronto. Solo una linea di queste tre aveva la stessa lunghezza della linea standard. I soggetti dovevano dichiarare quale delle linee di confronto avesse la medesima lunghezza della linea standard. Dopo un paio di risposte libere, alla terza serie di domande i “complici” iniziavano a rispondere in maniera concorde e palesemente errata; il vero soggetto sperimentale, che doveva rispondere per ultimo o penultimo, in un’ampia serie di casi iniziava regolarmente a rispondere anche lui in maniera scorretta, conformando così la sua risposta a quella data dalla maggioranza di persone che avevano risposto prima di lui.

I risultati dell’esperimento
Il 37% dei soggetti sperimentali, quindi dei volontari reali, rispose conformandosi alla maggioranza, dando una risposta sbagliata.
Il 75% dei soggetti rispose come la maggioranza almeno una volta durante le varie prove.
Alcuni risposero sempre in maniera corretta, ma la media complessiva è che una risposta su tre ripeteva la risposta errata data dalla maggioranza.
Quando le risposte venivano fornite senza la presenza di altri individui, le risposte sbagliate ammontavano solamente all’1%.
Cosa ci fa capire l’esperimento di Asch?
L’esperimento in questione solleva diverse riflessioni, a partire dall’influenza degli altri nella vita del singolo, un’influenza così forte da spingerci persino a negare l’evidenza e ciò che vedono i nostri occhi.
Se l’influenza del gruppo è così forte, allora possiamo leggere con altri occhi la follia collettiva che colpì milioni di individui durante il periodo nazista, o durante l’Inquisizione, o comunque nei vari contesti in cui popoli o gruppi si fanno guerra tra di loro. Allo stesso modo, possiamo vedere il fenomeno, ad esempio, anche nelle semplici scelte politiche; o nei vari gruppi religiosi, e tanto per restare in temi attuali possiamo vedere lo stesso condizionamento sociale, nel dramma che noi tutti stiamo vivendo il questo momento:il Covid.
E allora vien da chiedersi, quanto siamo consapevoli delle nostre scelte? Quanto le nostre prese di posizione, in realtà sono solo il risultato di un nostro meccanismo che ci porta ad uniformarci alla massa?
Siamo davvero così “liberi” come crediamo?
Rossella Tirimacco
Citazioni e fonti bibliografiche:
Il curioso esperimento di Salomon Asch