La prima ragione per la quale gli uomini servono volentieri è perché nascono servi e sono allevati e cresciuti come tali. Da questa ne consegue un’altra: sotto i tiranni la gente diventa vile ed effemminata.[..] E’ dunque certo che con la libertà si perde di colpo anche il coraggio.

Ètienne De La Boétie “Discorso della servitù volontaria”

La mia posizione sul cosiddetto “green pass”  è nota a chi mi conosce. Circa il vaccino invece sono per la libertà di scelta, e in ogni caso sono contraria ad ogni forma di sperimentazione  sugli esseri umani, in particolare sui bambini. Penso che senza se e senza ma ” voi non avete il diritto di toccare i minori”.
Sul green pass vorrei però spendere qualche parola in più, in particolare dopo che la sottoscritta insieme ad altri due amici, è stata fermata e identificata dalle forze dell’ordine presenti durante la manifestazione No-green pass che si è tenuta sabato 8 gennaio a Sulmona.

Nico Liberati, coordinatore regionale dell’associazione No-green pass


Da libera cittadina, credetemi, vedersi circondata da polizia e carabinieri, mentre stavo SEMPLICEMENTE CAMMINANDO, è un qualcosa che mi riesce difficile da descrivere.
La prepotenza, le modalità violente e vessatorie di alcuni elementi delle forze dell’ordine che utilizzano la divisa per creare ulteriore separazione tra la popolazione, è veramente indegno nei riguardi della Costituzione verso la quale hanno giurato fedeltà.
Non sono abituata a vedermi circondata da polizia e carabinieri, e questo loro lo sapevano benissimo, perché sanno chi sono e soprattutto sanno che non sono un pericolo per l’ordine pubblico.  Ma ormai c’è da parte di alcuni appartenenti (e lo ripeto, non tutti) la volontà di colpire e di sfogare sul presunto nemico (in questo caso tutti i non vaccinati) la rabbia e la paura che hanno in corpo.
Avevo le lacrime agli occhi per l’umiliazione, la rabbia e per il dolore nel dover subire quella violenza gratuita, da parte di uomini che fino a ieri onoravo.

Il dottor Petrangeli durante il suo intervento

Essere identificata non vuol dire niente, ma dipende da come ci si approccia nel chiedere i documenti.
Ciò che ho sentito da parte di quelle divise ormai senza più anima, è stata tanta tanta rabbia e odio nei miei confronti e dei miei amici.
Infine, un poliziotto gentile con cui ho poi parlato ha cercato di giustificare quelle modalità brutali con queste parole: ” io la capisco ma noi purtroppo eseguiamo gli ordini”.
Quindi se gli ordini le impongono di uccidere delle persone, lei cosa fa? Esegue gli ordini?- gli rispondo io.

Alcuni componenti del gruppo No-green pass Valle Peligna a fine manifestazione

Ed è a proposito di questa frase che desidero rispondere non solo a lui, ma anche ai tanti che ormai si nascondono dietro questa giustificazione verbale.
Sono una cittadina italiana e come tale fedele alla Costituzione, una “carta” che fino a poco tempo fa reggeva tutto l’impianto dello stato del diritto della Repubblica italiana, una nazione libera e democratica.
La nostra Costituzione è stata scritta sulle macerie di un’Italia che si apprestava a risorgere dopo che erano stati versati fiumi di sangue durante la seconda guerra mondiale.
Mio nonno è una delle tante vittime ed eroi che diedero la vita per la libertà che fino a ieri faceva parte dei nostri diritti.
Mia madre è una vittima, allora bambina, che ha conosciuto la fame, la miseria, e la sofferenza di una creatura cresciuta senza un padre e tra i bombardamenti.
Nel mio DNA scorre anche il loro sangue.
La loro storia è anche la mia storia.
I loro ricordi, la loro sofferenza sono una parte di me.
Ed è in nome di mio nonno che affermo che gli altari alla memoria vanno difesi, non basta una corona e commemorazioni che il più delle volte non vengono nemmeno sentite.
Quando la libertà di un individuo è a tempo, o è subordinata ad un ricatto, non sei più di fronte ad uno stato di diritto, ma sei in dittatura.
Il green pass è uno strumento liberticida e discriminatorio, degno appunto delle peggiori dittature di stampo nazifascista.
Il passato che ritorna.
E lo fa grazie a tutti noi che stiamo accettando regole criminali, messe in atto da uomini violenti e psicopatici che stanno giocando con le vite di milioni di italiani.
I colpi di stato, non sempre arrivano in maniera eclatante, a volte arrivano a poco a poco, esattamente come accadde con il regime fascista.

A volte occorre un cavallo di Troia. Un mezzo ingannevole per far aprire le porte del Paese e insediarsi.

Il green pass è un cavallo di Troia, e il fascismo oggi è tornato al potere.
Ma molti non se ne sono accorti ancora.
L’utilizzo della comunicazione violenta e intimidatoria messa in atto dai principali strumenti di comunicazione mainstream,  hanno portato i livelli di paura della gente ai massimi livelli. Tale comunicazione, fortemente voluta e incentivata dal governo, è una delle tecniche di manipolazione di massa, atta a rendere incapaci le persone di ragionare.
Instillare la paura nella popolazione è infatti una delle tecniche per la presa del potere.
Il clima di odio nella popolazione che è stato creato ad arte grazie appunto alla paura, è una conseguenza quindi ovvia di una campagna comunicativa che serve a creare scontri, disordini e caos al fine di poter giustificare il sistema violento e dittatoriale che si vuole o si vorrebbe mettere in atto nel Paese.
Si tratta di una guerriglia di tipo militare e che si combatte su più fronti.

Ma soprattutto si tratta di una guerra “comunicativa” e di propaganda.
Oggi vediamo milioni di individui completamente persi, incapaci di vedere i crimini commessi da questi demoni- esatto demoni, perché questi esseri non so definirli diversamente-da inizio pandemia ad oggi.
La capacità critica e di discernimento,  è stata annullata e sostituita da uno stato ipnotico che porta le persone ad eseguire ed obbedire senza battere ciglia.
Milioni di schiavi addormentati, incapaci di reagire all’orrore che si sta materializzando.
Inutile sottolineare che il green pass non ha alcuna funzione nel contrastare il virus, si tratta di un semplice strumento di controllo sociale le cui finalità non sono certo quelle sanitarie.
Il fatto che le multe per i non vaccinati vengano gestite direttamente dall’agenzia delle entrate dovrebbe farci riflettere sulla deriva pericolosa di questo sistema ignobile.
Il fatto che il green pass sia uno strumento coercitivo, discriminatorio e soprattutto “anticostituzionale”, dovrebbe far fare un balzo alle coscienze!
Invece mi tocca ancora sentire frasi del tipo ” noi purtroppo eseguiamo gli ordini”…
A tal proposito, sapete chi erano i poliziotti nell’antico mondo greco, mondo dal quale nasce il concetto di democrazia inteso come “potere del popolo”? Erano gli schiavi. Solo gli schiavi venivano relegati a fare quel mestiere.
Loro eseguivano e basta, proprio perché la loro condizione di schiavi impediva qualsiasi ribellione.
Oggi siamo uomini liberi, e non schiavi, noi dovremmo essere fedeli alla Costituzione e alla Patria. Se un governo fa delle leggi ingiuste noi abbiamo il DOVERE di dire NO, e di ribellarci a quelle leggi.
Se non lo facciamo o siamo schiavi o siamo complici.
Non c’è una terza opzione.
Concludo, citando le parole del dottor Pietrangeli che sabato ci ha parlato di vaccini, di sistema immunitario e del pericolo che corrono soprattutto i bambini nel dover subire questo trattamento. Faccio mie le sue parole.
” Se io eseguo un ordine stupido, io divento uno stupido. Se io eseguo un ordine folle, io divento un folle. Se io eseguo un ordine criminale, io divento un criminale”.

Rossella Tirimacco

La manifestazione, organizzata da Nico Liberale coordinatore del gruppo regionale No-green pass Abruzzo in collaborazione con il gruppo No-green pass Valle Peligna ha mostrato che Sulmona e la Valle Peligna ci sono. Siamo presenti sul territorio, abbiamo bisogno di unirci per mettere fine a questo scempio. Nessuno di noi è solo, insieme, uniti, possiamo farcela. Ti aspettiamo

Per saperne di più sulla manifestazione di sabato 8 gennaio : https://ovidionetwork.it/i-no-green-pass-manifestano-a-sulmona-medici-e-persone-comuni-ci-raccontano-laltra-verita-che-tutti-dovremmo-conoscere/

L’intervista a Nico Liberati. Un’intervista destinata a fare “molto rumore”.

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